Concetti Chiave
- Alfieri si distacca dall'illuminismo tradizionale, apprezzando la passionalità rispetto al razionalismo scientifico.
- Pur influenzato da Montesquieu, Rousseau e Voltaire, Alfieri sviluppa idee politiche personali, caratterizzate da un esasperato individualismo.
- Alfieri vede la solitudine come un privilegio e un segno di superiorità, rifuggendo il controllo sociale e culturale.
- Il concetto di titanismo in Alfieri rappresenta la lotta contro forze superiori, accettando la sconfitta come inevitabile ma continuando a combattere.
- La tirannide è percepita da Alfieri non come un sistema politico, ma come un potere astratto che limita la libertà interiore.
Alfieri e l'Illuminismo
Sostanzialmente, Alfieri è un illuminista formato dalle letture di Montesquieu, Rousseau e Voltaire; però non condivide dell'illuminismo il culto della scienza perché il freddo razionalismo scientifico, soffoca il "forte sapere", cioè quei caratteri emotivi e passionali che sono l'essenza dell'uomo da cui può nascere la poesia. Alfieri ammira la razionalità, ma adora la passionalità e vede la religione come una tensione verso l'illuminismo. Quindi mentre l'illuminismo sta tramontando, Alfieri preannuncerà il pre-romanticismo che sarà di Foscolo e il Romanticismo che sarà di Manzoni e Leopardi.
Idee Politiche di Alfieri
Anche le idee politiche di alfieri, possiedono un carattere illuministico cioè traggono spunto dalle letture di Montesquieu, Rousseau e Voltaire; ma in questo caso, alfieri si stacca dalla cultura dei "lumi collocandosi su posizioni personali. Il suo esasperato individualismo porta alfieri a viaggiare molto e a rifiutare ogni controllo, cosa che succedeva nel paese in cui era nato. Nel viaggiare fa esperienza nelle città monarchiche, però Alfieri essendo aristocratico, non si preoccupa come Goldoni ad educare il popolo o come Parini a trattare temi attuali. La sua è una ricerca interiore che lo porta ad uno spaesamento totale ad un senso di solitudine, che per alfieri non è un disagio ma è un privilegio di essere superiore al titano.
Il Mito del Titano
Il titano deriva dalla mitologia greca: i titano erano dei giganti che avevano osato sfidare Zeus: ricordiamo Prometeo che, contro il volere di Zeus, diede il fuoco agli uomini e per punizione lo fece incatenare ere alla roccia mentre un’aquila gli mangiava il fegato. Il titanismo è un atteggiamento spirituale e materiale della rivolta dell'uomo che sfida forze a lui superiori e che porta fino infondo la sua lotta pur essendo cosciente che solo la sconfitta lo attende. Il titano è l'eroe che non rinuncia a combattere, pur prevedendo la sua sconfitta o quelle forze superiore, come il destino che lo incatenano impedendogli il libero esercizio della sua volta. Il titano ha forze intellettuali superiori agli altri e si scontra contro il tiranno. La tirannide non è vista come una forma di governo ma come potere in sé ha una forma astratta, proprio come la libertà interiore.
Domande da interrogazione
- Qual è la visione di Alfieri sull'Illuminismo?
- Come si caratterizzano le idee politiche di Alfieri?
- Cosa rappresenta il mito del Titano per Alfieri?
Alfieri è influenzato dall'Illuminismo attraverso le letture di Montesquieu, Rousseau e Voltaire, ma non condivide il culto della scienza, preferendo l'emotività e la passionalità come essenza dell'uomo, anticipando così il pre-romanticismo.
Le idee politiche di Alfieri sono influenzate dall'Illuminismo, ma si distinguono per il suo individualismo esasperato e la ricerca interiore, che lo portano a rifiutare il controllo e a sentirsi superiore, come un titano.
Il mito del Titano rappresenta per Alfieri l'atteggiamento di rivolta contro forze superiori, simboleggiando l'eroe che combatte nonostante la consapevolezza della sconfitta, con una libertà interiore che sfida la tirannide.