natalia.butera.39
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Concetti Chiave

  • Alfieri si appassionò ai classici italiani e al latino, traendo ispirazione da autori come Seneca e Plutarco.
  • Adottò dall'Illuminismo solo la filosofia antitirannica, diventando simbolo di libertà per gli intellettuali dell'800.
  • Il suo individualismo fu influenzato dall'arretratezza del Piemonte, dominato da un'aristocrazia chiusa.
  • Alfieri disprezzava sia l'assolutismo monarchico che le nuove forze dell'antico regime, rifiutando compromessi politici.
  • Credeva che solo chi aveva indipendenza economica potesse essere scrittore, contrastando l'idea illuminista di diffusione culturale.

Indice

  1. Passione per i classici italiani
  2. Influenze illuministe e libertarie
  3. Critica all'assolutismo monarchico
  4. Concezione elitaria della scrittura

Passione per i classici italiani

Ben presto Alfieri si appassionò ai classici della letteratura italiana come Dante, Petrarca, Ariosto, Tasso e si impegnò anche nello studio del latino, per leggere i testi di Seneca in originale.

Furono fonte di studio e di ispirazione anche le opere di Tito Livio e di autori greci tra cui Plutarco.,

Influenze illuministe e libertarie

Dall’ Illuminismo egli prese soltanto la concezione filosofica e il fondamento teorico dell’atteggiamento antitirannico.

Gli intellettuali dell’800, infatti, videro in lui soprattutto il fautore della libertà contro ogni forma di tirannide. Cosi lo aveva visto Foscolo nei Sepolcri, cosi lo aveva visto Parini.

Lo spirito libertario di Alfieri era ispirato da uno sfrenato individualismo, certamente favorito dall’arretratezza del Piemonte, in cui non si era sviluppata una moderna borghesia, anzi dominava un’aristocrazia chiusa, incapace di mettersi in discussione.

A lungo gli studiosi dell’ideologia di Alfieri hanno ternato di dare ad esse una definizione precisa; in realtà il concetto di libertà non muta nel tempo, e come si è detto non si riconosce in nessun ordine sociale.

Critica all'assolutismo monarchico

L’assolutismo monarchico, che Alfieri andava incontrando nei viaggi per l’Europa suscitò in lui una violenta avversione, ma nello stesso tempo rifiutava anche le forze nuove che si muovevano all’interno dell’antico regime,

Alfieri, quindi si trovò ad essere avverso sia all’esistente, sia a ciò che avrebbe potuto sostituire.

Il suo elogio alla libertà non fu astratto ed assoluto, ma caratterizzato dal rifiuto di ogni concreta mediazione politica.

IL fatto è che sia la tirannide che l’opposizione ad essa erano nella riflessione di Alfieri, condizioni esistenziali, sganciate dalla realtà storica e dalla situazione contingente.

Concezione elitaria della scrittura

Dalla sfiducia nell’azione e dal rifiuto della collaborazione istituzionale deriva anche l’idea che le professione di scrittore fosse consentita solo a chi aveva una personale indipendenza economica.

Si tratta di una concezione aristotelica ed elitaria, strettamente legata a una precisa condizione di classe, assolutamente in contrasto con le idee illuministe di diffusione della cultura e di funzione sociale della letteratura.

Domande da interrogazione

  1. Quali autori classici italiani influenzarono Alfieri?
  2. Alfieri si appassionò ai classici della letteratura italiana come Dante, Petrarca, Ariosto e Tasso, e studiò anche il latino per leggere Seneca in originale.

  3. Come si manifesta lo spirito libertario di Alfieri?
  4. Lo spirito libertario di Alfieri era ispirato da uno sfrenato individualismo, favorito dall'arretratezza del Piemonte e dall'assenza di una moderna borghesia, con un'avversione sia per l'assolutismo monarchico che per le nuove forze dell'antico regime.

  5. Qual è la concezione di Alfieri riguardo alla professione di scrittore?
  6. Alfieri credeva che la professione di scrittore fosse riservata a chi aveva una personale indipendenza economica, una visione elitaria e aristotelica in contrasto con le idee illuministe di diffusione della cultura.

Domande e risposte

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