
Così, la docente dopo essere stata colta in flagranza di reato dalle telecamere ambientali installate dai Carabinieri dell'unità mobile di Brescia, è stata portata nel carcere di Verziano. La vicenda si inserisce in un quadro particolarmente allarmante e che vede sempre più spesso studenti disabili vittime di vere e proprie ingiustizie. Da questi fatti è scaturita la proposta di inserire videocamere di sorveglianza negli ambienti scolastici.
-
Leggi anche:
- Il 6 maggio 2022 ci sarà sciopero della scuola
- A 13 anni è un genio del calcolo mentale: vince il campionato nazionale
- Mascherine al chiuso, cosa cambierà a scuola da maggio? In arrivo la decisione
Maltrattamenti in classe: la scia di precedenti
Schiaffi, strattonamenti e pizzicotti: queste le violenze che la bambina avrebbe subito ogni giorno. Dopo la segnalazione da parte dei genitori, i Carabinieri sono intervenuti portando la “maestra” in custodia e salvando la piccola studentessa dalla sua aguzzina. Ma non è la prima volta che gli insegnanti si rendono protagonisti in negativo. Già nel 2015 due maestre di Ferentino, in provincia di Frosinone, erano state accusate di maltrattamenti ai danni degli studenti, e proprio in questi giorni è arrivata per le due la condanna a due mesi di reclusione.Videosorveglianza nelle classi: la proposta della deputata di FI
Questi e molti altri precedenti sono alla base della proposta presentata dalla deputata di Forza Italia, e membro della Commissione Parlamentare Infanzia, Maria Spena. Stando alle parole della Spena, riportate da 'Tecnica della Scuola', il caso della bambina di Brescia ”evidenzia la necessità di una legge per l’introduzione di sistemi di videosorveglianza nelle scuole e nelle strutture sanitarie ed assistenziali”. Da qui la riproposizione della videosorveglianza nelle classi. Tema su cui il Garante della Privacy però non intende indietreggiare: il “no” è categorico.Tuttavia, episodi analoghi stanno diventando una costante negli ambienti scolastici. Ecco perché, secondo la deputata, occorre un intervento volto a garantire la sicurezza nelle classi. ”Il tema della violenza sui minori sembra meno attrattivo di altri, sacrosanti, temi analoghi in Italia – conclude Spena -. Spero che l’indignazione suscitata dall’episodio di Brescia incoraggi una maggiore sensibilizzazione nell’opinione pubblica sulla questione della sicurezza dei più indifesi, nelle scuole così come nelle strutture assistenziali per anziani e disabili”.