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Niente smartphone a scuola: per chi sgarra fino a un mese di ritiro articolo

File interminabili in ingresso e in uscita, crisi di pianto e sotterfugi di ogni tipo. Sono gli effetti del Daspo ai cellulari introdotto all'istituto 'Salvemini' di Bologna.

La direttiva che potenzia ulteriormente la circolare ministeriale sull'utilizzo dei device tra i banchi ha messo alle strette gli studenti.

Gli stessi sono infatti costretti a consegnare il proprio smartphone all'ingresso a scuola, per poi ritirarlo soltanto una volta terminate le lezioni. Intervistato da 'La Repubblica', il preside ha spiegato i motivi del provvedimento.

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Al Salvemini di Bologna la prima stretta sugli smartphone in classe

La regola c’è ed è chiara - spiega il preside Carlo Braga - Il cellulare in classe si spegne, si può accendere durante la ricreazione”. Invece, c'è chi continuava a venire meno all'osservanza delle regole, utilizzando il dispositivo di continuo. Così la scuola ha deciso di correre ai ripari: “A chi sgarra, viene ritirato dai 10 ai 30 giorni. Chiediamo anche il numero identificativo, perché il cassetto della mia scrivania è colmo di telefonini ritirati durante i compiti in classe che poi ho scoperto essere di smartphone in disuso e senza sim, consegnati per tenersi stretto il proprio”.

Regole di ferro per gli studenti indisciplinati

Una ragazza ha addirittura avuto una crisi di pianto durante la confisca dell'amato device, come rivela il preside. Mentre i genitori sono tutti sulla stessa linea del dirigente scolastico che tiene a sottolineare come l'istituto che dirige sia da sempre molto attento a far rigare dritto i suoi studenti. All'istituto 'Salvemini', infatti, gli studenti indisciplinati avevano già trovato pane per i loro denti prima ancora della recente stretta sulla condotta voluta dal MIM. Chi si comporta male resta a scuola un'ora in più tutti i giorni, aiutando il personale scolastico nelle proprie mansioni. Mentre i talentuosi – e indisciplinati – vengono impiegati come aiuto compiti per i coetanei che sono indietro con lo studio. L'alternativa, come spiega il preside, è la sospensione.

Il pensiero del dirigente scolastico

I lavori socialmente utili sono una delle misure proposte dal ministro Valditara e passata due giorni fa in Senato, ma ci sono sempre stati. Qui da anni. E non è nemmeno nuovo il 5 condotta, su cui personalmente non sono d’accordo. L’ampia normativa scolastica già permette interventi sul comportamento ma il problema principale risulta essere la corretta e condivisa adozione degli interventi disciplinari stessi. L’inasprimento delle procedure del controllo della disciplina non necessariamente apporterà significativi vantaggiha aggiunto il preside.