
Bullizzata perché voleva vivere come donna: questa la colpa di Chiara. La ragazza negli ultimi mesi si era affidata al numero verde contro l'omotransfobia “Gay Help Line”, ma nonostante il supporto – anche da parte della comunità LGBTQ+ - Chiara non ha retto alle continue vessazioni.
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Le vessazioni e le ingiurie: Chiara si toglie la vita a 19 anni
"A volte mi chiedo cosa c'è di male? Io mi sento una donna, vorrei truccarmi, vestire al femminile, non da maschio. Vorrei avere più spazio e essere tranquilla…non avere paura. Spero che mi potete aiutare, davvero non so più che fare e mi sento in un labirinto senza uscita" questo lo sfogo di Chiara al numero verde, riportato da “Fanpage.it”. La linea “Gay Help Line” aveva aiutato Chiara a presentare denuncia tramite l'Oscad (Osservatorio interforze del Ministero degli Interni contro gli atti discriminatori), e l'ha supportata nella ricerca di una nuova sistemazione. La 19enne aveva infatti trovato accoglienza presso una comunità, per allontanarsi dalla sua scuola e dal suo quartiere; inoltre, aveva trovato anche il supporto delle associazioni LGBTQ+, ma alla fine non ce l'ha fatta e ha deciso di togliersi la vita nella sua stanza.
"Ho seguito Chiara quasi dall'inizio fino a pochi mesi fa, ed unisco il cordoglio a quello dell'associazione, e dei suoi cari, e proprio nella sua memoria lavoreremo per accogliere sempre più ragazze e ragazzi come lei che vengono emarginati dalla società e/o dalle famiglie, sino a che potremo augurandoci che le istituzioni non ci abbandonino, ma anzi ci sostengano con più forza"ha commentato Sonia Minnozzi, responsabile della casa famiglia Refuge Lgbt di Gay Center.