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studentessa russa discriminata per sue originiL'odio che si combatte con altro odio: è ciò che sta accadendo in diverse situazioni che vedono coinvolte persone di origini russe. Come nel caso di una studentessa, presa di mira da alcuni compagni di scuola in Liguria, perché proveniente da quella parte del mondo che ha deciso di scatenare uno dei più spaventosi conflitti del nostro secolo.

Un comportamento che il Presidente del Consiglio Regionale ha deciso di denunciare sulla propria pagina Facebook: "Non si possono giustificare gesti di intolleranza verso cittadini e bambini di origini russe che vivono qui da anni e che non hanno colpe per questa assurda guerra e invasione".

Studentessa discriminata a scuola perché russa

La Guerra scoppiata in Ucraina per mano del Presidente russo, Vladimir Putin, sta sconvolgendo l'Europa e il mondo intero. Sono tantissimi i cittadini di origine russa presenti da tempo nel nostro Paese e che, da più di una settimana, vivono con preoccupazione le notizie che provengono dal fronte. Una situazione di terrore che sta coinvolgendo tutti, ma che a volte ci porta a trovare un "nemico" anche lì dove non c'è. Come nel caso di una studentessa di un istituto della Val di Magra presa di mira dai compagni perché di origini russe. Non è il primo avvenimento: sono diverse le situazioni nate fino a oggi in cui si sono evidenziati atti di discriminazione nei confronti del popolo russo o della lingua russa. Come nel caso recente che ha visto coinvolto il professore universitario, Paolo Nori, a cui era stato cancellato - e poi reintrodotto - un corso sullo scrittore russo Dostoevskij.

Regione Liguria si schiera da parte della ragazza russa

Il caso della giovane di origini russe discriminata a scuola ha subito fatto scalpore, arrivando all'orecchio delle istituzioni. Il Presidente del Consiglio regionale, Gianmarco Medusei, è quindi intervenuto con un post su Facebook, invitando tutti a una riflessione su quanto sta accadendo in Ucraina ma anche nel nostro Paese.

"Accogliere chi scappa dalle bombe e lavorare ogni giorno per la pace oggi è un dovere morale per tutti. Ma ciò non può giustificare - ha dichiarato Medusei- gesti di intolleranza verso cittadini e bambini di origini russe che vivono qui da anni e che non hanno colpe per questa assurda guerra e invasione. Come l’episodio in una scuola della Val di Magra, dove una studentessa sarebbe stata presa di mira dai compagni con parole offensive per le sue origini russe, tanto da costringere i genitori a chiedere l’intervento dell’istituto. Dev’essere chiaro a tutti: condannare la guerra – conclude - non significa discriminare la popolazione russa che vive nella nostra provincia e regione. Serve unità tra le comunità che vivono qui, non divisioni. Tocca a noi adulti spiegare ai nostri figli, e non è facile, ciò che sta accadendo".