
In alcuni casi gli studenti sono vittime di un sistema scolastico che non riesce a rispondere alle loro esigenze. Come nel caso di una studentessa 17enne, affetta da sindrome di down, ormai in procinto di cambiare professore per la 21esima volta. Nel gruppo Facebook “Associazione Vorreiprendereiltreno”, fondato da Iacopo Melio, emerge tutta l'amarezza della madre della ragazza.
-
Leggi anche:
- Scuola e privacy: dai temi ai voti e alle foto, cosa è vietato fare e cosa no
- Basta mezzi voti a scuola, il numero deve essere intero: a chiederlo sono i presidi
- Scuola, in arrivo (in anticipo) la riforma degli istituti tecnici e professionali
Studentessa cambia insegnante ogni anno, la madre: “Diritto allo studio privilegio per pochi”
La madre in un lungo sfogo si scaglia contro il Ministero dell'Istruzione, reo di non aver investito nella formazione della figlia: ”Io so che avrebbe potuto raggiungere risultati migliori se oltre a me, la scuola ci avesse creduto, se gli insegnanti tutti, ci avessero lavorato sin dalla prima elementare”, scrive la donna che aggiunge: “Non voglio che il mio scritto venga strumentalizzato a fini politici. Quando parlo di fallimento non lo lego ad un particolare governo, ma a tutti, perché tutti ci hanno messo le mani senza mai risolvere questo enorme problema, nonostante la legge”.Nonostante un Piano Educativo Individualizzato la studentessa non ha fatto passi in avanti, ma anzi ha visto la propria formazione pregiudicata dai tanti cambi di insegnante, che non le avrebbe dato una continuità negli studi: ”I quaderni di mia figlia sono tutti uguali, li ho conservati, tranne che per due, tre anni . Tutti gli anni cambio insegnanti e prerequisiti, tutti gli anni Pei che non riportavano un obiettivo, ma solo giri di parole per sottintendere che tanto non ne valeva la pena. Eppure io so che, nonostante tutto, se l’avessero trattata come tutti gli altri studenti oggi saprebbe quanto meno leggere e scrivere“. Alla fine il genitore arriva alla sua personale conclusione: “Vorrei gridare tutta la mia rabbia, la mia delusione e soprattutto il mio disprezzo verso un sistema scolastico che non è un diritto di tutti, ma solo un privilegio per pochi, che umilia e non include”, conclude la mamma.