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VotiNo ai voti interi. I presidi invitano i docenti a non utilizzare 6,5 o 7,5, ma numeri interi per la valutazione.

L'ultima battaglia dei dirigenti scolastici riguarda le pagelle, così come segnala La Repubblica.
Vediamo meglio di cosa si tratta.

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  • Giannelli, ANP:"Voti non interi sono pratiche infelici"

    Per Antonello Giannelli, presidente dell'Associazione Nazionale Presidi, il voto non intero è molto infelice: "Essa non ha un fondamento normativo e inoltre risulta ambigua nei confronti dello studente. Prassi di questo genere complicano la comunicazione tra scuola, studenti e famiglie. Peraltro non contribuiscono a riempire di senso la valutazione della prestazione didattica". Per Paola Bortoletto, presidente di Andis, le griglie di valutazione sono strutturate per voti interi: "Non hanno senso i mezzi voti. La valutazione deve essere formativa, non punitiva".

    Per il ministero la valutazione si esprime sempre in decimali

    La normativa non prevede mezzi voti, ma interi. La valutazione si esprime in decimi, ma per gli insegnanti il mezzo voto darebbe una fotografia più accurata nel giudizio. Così spiega Guglielmo La Cognata professore di Storia e Filosofia presso il liceo classico Spedalieri di Catania: "Consentono una fotografia della realtà più accurata, capace di cogliere maggiormente le sfumature e di esprimere meglio i progressi dello studente. Abolire i mezzi voti sarebbe come disegnare un bel paesaggio con un solo colore nella tavolozza"

    Elementi per una corretta valutazione

    La valutazione ha essenzialmente una finalità formativa e concorre al miglioramento degli apprendimenti e al successo didattico degli alunni. Una corretta valutazione deve essere tempestiva e trasparente ed è effettuata dagli insegnanti nell’esercizio della propria autonomia professionale. Alla primaria, dal 2020-21, la valutazione non è più tramite voti, ma attraverso un giudizio descrittivo, mentre alla secondaria rimangono anche i numeri. L’utilizzo del + e del - e del segno 1/2 dopo il voto numerico per la valutazione delle singole prove (scritte e orali) è, in linea di principio, ammissibile durante l’anno. La scelta di utilizzare voti non interi risponde, infatti, al principio della libertà di insegnamento intesa come autonomia didattica e come libera espressione culturale di cui all’art. 33 della Costituzione. Si può essere d’accordo o meno su questa pratica adottata e ormai diffusa in molte scuole, ma dal punto di vista normativo non c’è nessun divieto. Ciò che è importante è che in sede di scrutinio finale il docente effettui la proposta di voto in decimi con voto intero.