
Questo provvedimento però non è andato giù agli studenti, in particolare a Marco Lilla, studente della classe che a settembre non ci sarà più, e che per questo ha deciso di scrivere una lettera di protesta al Ministro Bianchi.
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“Siamo studenti, non scatolette di tonno”: la lettera di Marco al Ministro Bianchi
“So che forse in questo momento ci sono problemi più seri, ma per noi il problema è che ci è stata eliminata la classe” esordisce lo studente sedicenne nella missiva che ha inoltrato al Ministro dell’Istruzione, riportata da Repubblica.“Con una e-mail, il Preside ci comunica che ha deciso di sopprimere la nostra classe, per rispettare i numeri imposti dal Provveditorato (Ufficio Scolastico). La scuola avrebbe utilizzato il criterio del minor numero di iscritti e sembrerebbe che la nostra classe abbia un iscritto in meno delle altre” spiega ancora lo studente, prima di affermare che: “Noi studenti siamo in totale disaccordo.”
E dunque Marco continua spiegando tutto ciò che hanno vissuto negli ultimi anni lui e i suoi compagni: “Arriviamo da una pandemia con conseguenze molto pesanti dal punto di vista relazionale. Nonostante le lezioni a distanza dell’anno scolastico 2020/21, quest’anno siamo riusciti a stringere i rapporti di amicizia e a costruire un gruppo unito e piacevole sia per noi studenti che per i nostri insegnanti.”
“La nostra è una classe che ha mostrato sempre un ottimo comportamento, è sempre stata coesa, solidale e inclusiva, soprattutto nell’accompagnare, quando ce n’era bisogno, chi era più indietro o in difficoltà. Tutto questo non lo diciamo solamente noi ma lo hanno detto e scritto più volte i Professori”, per questo la separazione sembra ancora più incomprensibile. Marco illustra poi i successi ottenuti dal suo gruppo: “Inoltre, la nostra classe ha tenuto alto il nome del Liceo “Serpieri” e della nostra Città e Regione, con i risultati ottenuti dal gruppo che ha partecipato alle Olimpiadi di Statistica (ISTAT): primo posto nazionale nelle competizioni individuali e di gruppo.”
E a questo punto, lo studente affonda: “Ciò premesso, volevo chiederVi quale differenza ci dovrebbe essere tra gli studenti e le scatolette di tonno o di pelati da ricollocare negli scaffali del supermercato. In tutta sincerità a noi sembra nessuna: siamo trattati a tutti gli effetti come numeri e non come persone legate tra loro e legate alla classe formata in questi ultimi due anni difficili.”
“Si sopprimono classi senza tenere conto della pandemia in corso e del numero di studenti per classe, oltretutto in una scuola con cubature ridotte a causa di zone inaccessibili” denuncia quindi Marco. “La scuola non mette in atto nessuna valutazione di merito sulle classi candidate alla soppressione - osserva amaramente lo studente. Per cui il nostro futuro non dipende da come andiamo, da come ci siamo comportati e dai giudizi dei Professori, ma da un ipotetico iscritto in meno. Andiamo a scuola per imparare: se dobbiamo trarre un insegnamento da questa vicenda, abbiamo imparato che possiamo comportarci bene o male e impegnarci come e quanto vogliamo, tanto è la stessa cosa.”
Marco quindi termina la lettera in tono molto polemico: “Concludo con una proposta provocatoria: perché, Signor Ministro, non propone di sostituire tutta la dirigenza con un software? Si otterrebbero gli stessi risultati, ma più tempestivi e con costi molto inferiori.”