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ragazzo hikikomori abbandona la scuola

Daniele (nome di fantasia) a 15 anni ha smesso di andare a scuola, iniziando ad isolarsi fino a rimanere chiuso nella sua stanza per tre anni. In questo periodo, il suo rifugio sono diventati film e videogiochi, un modo per evadere dalla realtà che lo circondava.

Daniele è stato un hikikomori, e ha dovuto poi lavorare nel tempo sul recupero dell'integrazione nella socialità.

Indice

  1. L'isolamento inizia
  2. La perdita della cognizione del tempo
  3. Un primo passo verso la ripresa
  4. Il ruolo della famiglia e del supporto

L'isolamento inizia

Il cambiamento è iniziato con il passaggio dalle scuole medie alle superiori. Nei primi mesi, Daniele ha cominciato a chiudersi sempre di più, rimanendo nella sua casa a Roma. I videogiochi sono diventati la sua dimensione ideale, un mondo in cui si sentiva al sicuro. Purtroppo, questo ha portato a un accumulo di assenze scolastiche. "Ho abbandonato la scuola nei primi mesi delle superiori, e l’ho ripresa solo 4 anni dopo", racconta al Messaggero.

La perdita della cognizione del tempo

Durante la sua reclusione, Daniele ha sperimentato alterazione dei ritmi quotidiani. "Gli orari erano sfasati: a volte dormivo di giorno, altre di notte. Avevo perso la cognizione del tempo". Questo ha avuto conseguenze significative sulla sua vita, incluso il deterioramento della salute fisica. La mancanza di routine ha portato a saltare i pasti e a perdere peso. "Io stesso non mi rendevo conto di avere un problema, ma da soli è difficile accorgersene: ti adagi in una situazione di confort che diventa sempre più statica. E poi non riesci più a uscirne", riferisce al Messaggero.

Un primo passo verso la ripresa

Dopo tre anni di isolamento, Daniele ha iniziato un lento percorso di apertura. Ha trovato un centro privato dove ha potuto riprendere gli studi in un ambiente protetto e accogliente. Con pazienza e impegno, è riuscito a recuperare il tempo perduto, diplomandosi e riacquistando un contatto con la socialità. 

Il ruolo della famiglia e del supporto

Un fattore cruciale nella sua ripresa è stato il supporto del padre, che ha cercato aiuto nell'associazione Genitori di Hikikomori, un gruppo di sostegno per famiglie che affrontano situazioni simili. Questo ambiente ha permesso di scambiare consigli e strategie. "Dire a un ragazzo che si è chiuso in casa che deve andare dallo psicologo è inutile", racconta Daniele al Messaggero, sottolineando l'importanza di un approccio graduale nell'integrazione sociale.