
Succede in un Istituto Professionale Servizi per l’Enogastronomia e l'Ospitalità alberghiera a Cagliari. Il ragazzo, non solo ha dovuto attendere l’arrivo della madre per usufruire di un servizio fondamentale, ma ha anche dovuto abbandonare l’edificio scolastico debilitato emotivamente perché nessuno poteva occuparsi di lui.
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I compagni di scuola: “Francesco è uno studente come noi e non deve essere trattato in maniera differente”
Francesco ha 19 anni e utilizza la sedia a rotelle. A scuola, viene seguito dall’insegnante di sostegno e da un’educatrice. Se deve andare in bagno, ha bisogno di essere accompagnato dal collaboratore scolastico. E se questo non c’è, cominciano i problemi.Proprio come è successo venerdì, giorno in cui la madre del ragazzo è dovuta accorrere sul luogo per assistere suo figlio, provato fisicamente e psicologicamente per lo stress della situazione. La madre, come riporta Ansa, ha chiamato i carabinieri, come aveva già fatto due anni fa con la prima denuncia verso la scuola.
Gli studenti dell’istituto si schierano tutti a favore di Francesco e di sua madre. Già si dicono pronti a indire un’assemblea e a scioperare a sostegno del loro compagno di scuola e del suo diritto allo studio. In più hanno anche aperto, in rete, una raccolta firma che ha già ottenuto più di mille adesioni.
Nella petizione degli studenti si legge: “Non solo ha dovuto attendere l'arrivo della madre per poter essere portato in bagno, ma è stato costretto a lasciare l'istituto in lacrime perché nessuno poteva occuparsi di lui. A causa di questa situazione vergognosa i giorni seguenti si è visto costretto a stare a casa. La frequenza di Francesco non può dipendere da una sola persona, è uno studente come noi e non deve essere trattato in maniera differente”.
La madre: “Ogni giorno ho paura che mio figlio possa avere dei problemi”
La situazione è grave soprattutto perché va a discapito del diritto allo studio di Francesco, la cui presenza a scuola dipende da una sola persona: “Mio figlio”, spiega la madre all'Ansa, “è potuto tornare a scuola solo quando abbiamo avuto la certezza che fosse presente il collaboratore scolastico. Non volevo privare Francesco di questo diritto che per lui è anche un piacere. Ma ogni giorno ho paura che mio figlio possa avere dei problemi”.Come spiegano in una nota i ragazzi, la questione non è limitata soltanto a Francesco, ma riguarda tutti gli studenti di tutte le scuole. Il Comitato Studentesco “si riunirà per protestare in maniera pacifica la situazione di disagio", dicono gli studenti, che sciopereranno “fino a quando non si garantirà a Francesco il diritto allo studio e verranno accettate le richieste". “Continueremo con la nostra raccolta firme - affermano i ragazzi - per mostrare alla scuola che siamo tutti uniti per Francesco e chiediamo l'aiuto delle altre scuole e di tutti gli studenti per supportarci nello sciopero, perché questo non riguarda solo Francesco ma tutti noi. Non scenderemo a compromessi per questa situazione, supportiamo Francesco il suo diritto allo studio e la famiglia”.
Nel comunicato, c’è anche spazio per le parole della madre, naturalmente in prima linea per supportare suo figlio: “Francesco ha 19 anni e come essere umano ha il diritto di essere rispettato e non merita di piangere ancora una volta perché nessuno lo accudisce nei suoi bisogni primari. Ho dovuto chiedere nuovamente aiuto ai carabinieri che erano già a conoscenza della situazione date le innumerevoli volte in cui li avevo già chiamati e le precedenti denunce. Ora grazie al coraggio e alla solidarietà dei ragazzi ho ritenuto giusto far sapere questa storia a tutti perché si metta rimedio per lui e per chi voglia frequentare l'istituto”.
Anche l'Unione degli studenti fa sentire la sua voce tramite il coordinatore Michele Pintus: “Il diritto allo studio è fondamentale e anche per questo siamo scesi in piazza lo scorso 18 Novembre. Rivendichiamo delle scuole prive di qualsiasi tipo di barriere architettoniche che impediscano di partecipare alla vita sociale all'interno della scuola. Rivendichiamo un personale preparato, a livello pedagogico oltre che empatico e umano, nel gestire le situazioni di necessità come quella di Francesco”.