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scuola vista dall'esterno

Nell'ultimo periodo tra i corridoi delle scuole italiane sta girando una nuova e spiacevole "moda". Non ha nulla di divertente, o di trendy, perché sempre più studenti introducono e usano lo spray al peperoncino all’interno delle mura scolastiche. Senza contare che, tra gli oggetti indesiderati e decisamente fuori luogo, non mancano le armi, tra coltelli, bombe carte e taser. 

Un brutto "gioco", quello con lo spray urticante, che spesso si traduce in malori, interventi medici ed evacuazioni che gravano sulle vittime di queste bravate e sugli stessi istituti scolastici. Il fenomeno sta diventando però sempre più diffuso e potrebbe essere un campanello d’allarme non solo per la comunità scolastica, ma anche per famiglie e forze dell’ordine.

L’ultimo episodio in ordine di tempo è avvenuto il 9 aprile 2025 in un istituto di Albino, in provincia di Bergamo. Ma casi simili (se non più gravi) si stanno moltiplicando in tutta Italia: da Modena a Treviglio, passando per la stessa Bergamo.

Cosa sta succedendo? Perché le bombolette col liquido al peperoncino finiscono così spesso negli zaini degli studenti? E soprattutto: cosa si può fare per arginare il fenomeno?

Indice

  1. Albino, 9 aprile: spray tra i corridoi
  2. Un fenomeno che si allarga: gli ultimi episodi
  3. Il perché di queste azioni
  4. E adesso? Sicurezza e informazione

Albino, 9 aprile: spray tra i corridoi

È accaduto tutto in pochi secondi, durante l’orario scolastico. In un istituto di Albino, nei corridoi vicino alle aule, qualcuno ha spruzzato lo spray "piccante", causando una reazione a catena.

Cinque persone sono state colpite, tra cui tre studenti tra i 16 e i 17 anni e due donne adulte di 44 e 52 anni. Una di loro è stata portata all’ospedale di Alzano Lombardo in codice giallo, mentre gli altri sono stati assistiti sul posto.

Nonostante il caos e i malori, le lezioni sono proseguite regolarmente per il resto della giornata. Ma l’episodio ha dato da pensare, soprattutto perché non si tratta del primo nella zona del Bergamasco.

Un fenomeno che si allarga: gli ultimi episodi

L’uso di spray urticante a scuola non si limita purtroppo più ad un caso isolato. In diverse città italiane, nelle ultime settimane, si sono verificati episodi simili, con conseguenze anche gravi per gli studenti. A Modena, nell'arco di dieci giorni, si sono verificati quattro episodi distinti in altrettante scuole superiori. In alcuni casi è stato necessario evacuare gli edifici, mentre diversi studenti hanno riportato intossicazioni.

Treviglio, invece, due studenti sono stati scoperti a scuola con un taser, alzando ulteriormente il livello dell’allerta. E ancora, a Bergamo, è andata in scena una “spedizione punitiva”, dove sono state coinvolte vere e proprie armi. Una scena che sembrerebbe più adatta a un film che ad un ambiente scolastico.

Il perché di queste azioni

Dietro questi gesti potrebbe non esserci solo l’intenzione di creare diasgio. Spesso c'è la voglia di provocare, di attirare attenzione e di creare scompiglio.
Ma c’è anche disinformazione: molti studenti non conoscono i rischi reali dell’uso di questi strumenti.

Lo spray al peperoncino, ad esempio, è venduto come oggetto di autodifesa, non a caso può causare irritazioni gravi alle vie respiratorie, agli occhi, alla pelle, e in ambienti chiusi come una scuola può diventare davvero pericoloso. Per questo va maneggiato con cura e solo in caso di pericolo. Ma non tutti lo sanno.

E adesso? Sicurezza e informazione

Di fronte a questa escalation, le scuole si stanno muovendo per rafforzare i controlli e le misure di prevenzione. Quello che potrebbe servire per arginare, quanto più possibile, questi comportamenti del tutto scorretti è il dialogo con gli studenti, ascoltarli, coinvolgerli in percorsi educativi che spieghino perché certi comportamenti siano scelte con conseguenze reali. E in questo, la scuola – insieme alle famiglie e alle istituzioni – ha ancora un ruolo fondamentale.

Data pubblicazione 11 Aprile 2025, Ore 11:52
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