3 min
Spray

Dalla costa adriatica alla pianura lombarda, la stessa scena che si ripete: un odore acre nei corridoi, studenti in fuga, ambulanze nei cortili, scuole evacuate

Sembra proprio che lo spray urticante stia diventato sempre più una “moda” pronta a varcare i cancelli degli istituti. Un gioco pericoloso che manda decine di ragazzi al pronto soccorso e costringe dirigenti scolastici e forze dell’ordine a trasformarsi, ogni volta, in gestori dell’emergenza.

Indice

  1. Ancona, quattro studentesse denunciate: “atto premeditato”
  2. Bergamo, due giorni di fila nel caos: l’incubo che si ripete
  3. Una moda pericolosa

Ancona, quattro studentesse denunciate: “atto premeditato”

È accaduto il 17 ottobre in un istituto superiore di Ancona. Durante l’intervallo tra la prima e la seconda ora, una nube urticante si è diffusa in classe. In pochi minuti, il panico: 25 studenti soccorsi dal 118, tre portati in ospedale per accertamenti, scuola evacuata, insegnanti e personale in strada.

Le indagini della Squadra Mobile, coordinate dalla Procura dei Minorenni, hanno ricostruito la vicenda: quattro studentesse, tutte minorenni, avevano premeditato e messo in atto il gesto. Sono state quindi deferite per getto pericoloso di cose atte a offendere, interruzione di pubblico servizio e lesioni personali.

Sul posto erano intervenuti Vigili del Fuoco, Polizia Scientifica e sanitari. In un cestino è stata rinvenuta la bomboletta di spray urticante, poi sequestrata per le analisi di laboratorio. 

Bergamo, due giorni di fila nel caos: l’incubo che si ripete

A Bergamo, la storia si è ripetuta, come una fotocopia. Il 4 e 5 novembre, due mattinate consecutive di lezione sono finite nel caos per lo stesso motivo: spray urticante spruzzato nei corridoi.

Allarme, evacuazione, sirene del 118, e di nuovo studenti con gola e occhi in fiamme. Con il risultato che quattro ragazzi sono stati portati in ospedale, altri venti assistiti nel cortile della scuola. La campanella non ha più segnato la fine delle lezioni, ma l’inizio dell’emergenza.

I Carabinieri indagano per risalire al responsabile di quello che non sembra più un gesto isolato, ma una replica deliberata: stessa dinamica, stesso orario, stesso effetto. Una bravata che ha interrotto le lezioni per due giorni di fila e che, per la gravità delle conseguenze, non può più essere liquidata come uno scherzo.

Una moda pericolosa

L’uso dello spray al peperoncino – nato come strumento di autodifesa personale – si è dunque trasformato in una vera e propria strategia per interrompere le lezioni, capace di intossicare aule e palestre, bloccare intere scuole, coinvolgere centinaia di persone. Si teme poi un effetto emulazione, alimentato da video e racconti che rimbalzano tra social e chat scolastiche.

Più che di bravate o di casi isolati, sarebbe ormai più corretto parlare di “moda pericolosa”. Tante – diciamo anche troppe – le segnalazioni che arrivano dagli istituti, costretti a evacuazioni d’emergenza per lo stesso gesto.

Skuola | TV
I giovani credono ancora in Dio? Risponde Lorena Bianchetti #Sapevatelo Vodcast

Nel vodcast #Sapevatelo la conduttrice di "A sua immagine" si racconta e riflette sullo stato di salute del cristianesimo tra le nuove generazioni

Segui la diretta