
A guidare questa poco edificante classifica è la Sicilia, la regione italiana con la dispersione più alta, 21,2%, contro la media italiana del 12,7%. E' ciò che ha spinto l'ufficio regionale scolastico siciliano ad agire, raccogliendo dati più puntuali e aggiornati rispetto all'indagine svolta di recente dall'ISTAT, nel tentativo di fare il punto della situazione nelle scuole della regione.
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L'indagine dell'USR della Sicilia: nel 2021 circa 1.200 studenti hanno abbandonato la scuola
I rischi derivanti dall'abbandono della scuola in giovane età sono molteplici e quasi sempre si ripercuotono sul futuro dei giovani. I giovani che lasciano gli studi hanno ovviamente più difficoltà nella ricerca di un lavoro e prospettive occupazionali limitate. Inoltre partecipano meno alle attività sociali, politiche, culturali, e sono a maggior rischio di povertà e cattiva salute. Per arginare il più possibile questi scenari futuri, l'USR della Sicilia ha chiesto a tutte le scuole di aggiornare gli indicatori chiamati 'evasione', 'frequenza irregolare' e 'abbandono'. Nello specifico, quando si parla di 'evasione' si intendono tutti quei ragazzi e ragazze che non hanno ancora compiuto 16 anni e non si sono mai presentati a scuola nonostante siano iscritti.Da questa si discosta invece la 'frequenza irregolare', che riguarda invece gli studenti assenti senza giustificazioni per almeno 7 giorni in un mese. Fino ad arrivare all'ultimo grado, l'abbandono scolastico: un’assenza continuativa di almeno 15 giorni non dovuta a problemi di salute, di tipo famigliare e comunque non giustificata né comunicata alla scuola. E alla fine dei conti è emerso che, in totale, nell’anno scolastico 2021-2022 sono stati segnalati 5.909 casi di persone che rientrano in questi indicatori: 838 per evasione scolastica, 1.194 per abbandono e 3.361 per frequenza irregolare.
Le zone con elevata criticità: maglia nera a Ragusa
Stando all'indagine promossa dall’ufficio scolastico regionale, le cause di abbandono in Sicilia sono riconducibili per la maggior parte a comportamenti problematici da parte dello studente – nel 50% dei casi - , per il 45% a difficoltà familiari e per un ultimo 5% al disagio psicologico dovuto alla pandemia. I dati peggiori provengono dalle province di Ragusa, Palermo ed Enna. La provincia di Ragusa, in particolare, è prevalentemente interessata dalle cause di natura sociale legate al fenomeno. Pessime condizioni socio-economiche che riflettono un mercato del lavoro poco attrattivo. A questo si aggiungono un'offerta formativa e di servizi scarsi, al di sotto della media nazionale.
Pierro, USR Sicilia: ”La dispersione deve essere affrontata dall'intera società”
Intervistato da 'Il Post', Giuseppe Pierro, Direttore dell’Ufficio Scolastico Regionale dallo scorso settembre è intervenuto direttamente sulla questione, spiegando le ragioni alla base dell'indagine: ”Finora c’è stata una narrazione monotematica sulla dispersione scolastica. Ma Ragusa non è Palermo e non si può pensare di trovare soluzioni uguali per ogni provincia o per tutti i comuni”, ha spiegato Pierro. ”Per questo abbiamo creato una rete di osservatori formata da 49 psicopedagogisti che hanno il compito di raccogliere e analizzare dati più puntuali e aggiornati. Una delle cose importanti di cui ora c’è più consapevolezza è che la dispersione scolastica deve essere affrontata dall’intera società e non soltanto dalla scuola” ha aggiunto il direttore dell'USR.L'indagine mira infatti a sviscerare tutte le problematiche legate alla dispersione scolastica, inevitabilmente diverse – per connotati sociali ed economici – a seconda delle zone di riferimento. Con dati puntuali e precisi, Pierro spiega come si possa sollecitare ”la politica a indirizzare meglio i finanziamenti”. Un valido aiuto per far sì che i fondi destinati alle scuole vengano spesi in maniera idonea al tipo di situazione. E in questo senso, anche il PNRR, il piano nazionale di ripresa e resilienza, può essere d’aiuto. Dei 500 milioni di euro stanziati per combattere la dispersione scolastica, ben 74 sono andati alla Sicilia: è la seconda regione per finanziamenti dopo la Campania che ha ricevuto 79 milioni. Un piccolo passo nella giusta direzione.