
Offendere gli studenti è reato. È questo quanto stabilito da una sentenza della Cassazione depositata lo scorso 27 gennaio inerente il caso di un docente che offendeva ripetutamente il proprio studente dodicenne in classe. Da quanto scaturito è sempre più sottile la linea che separa il mezzo di correzione o di disciplina con le forme di violenza psicologica, seppur poste in essere con lo scopo di educare. Vediamo insieme nel dettaglio cosa ha stabilito la Cassazione circa la congruità del metodo tra educazione e correzione e la differenza tra reato per abuso del mezzo di correzione e quello per maltrattamento.
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Corte suprema di cassazione: differenza tra abuso dei mezzi di correzione e maltrattamenti
Cosa succede se un docente offende uno studente? A fare chiarezza sull’argomento è stata la Cassazione che, come riportato dal sito La legge per tutti, ha fornito delle istruzioni dopo il caso del professore che apostrofava sistematicamente un suo studente dodicenne con epiteti come “fetente”, “deficiente”, “c…one”, “fituso” (sporco) e “vucca aperta” (stolto). La Corte Suprema, nello specifico, ha giudicato il caso facendo chiarezza sulla differenza tra abuso dei mezzi di correzione e maltrattamento. Richiamando l’articolo 571 del Codice penale, l’abuso dei mezzi di correzione è un reato che comporta la reclusione fino a sei mesi: “Chiunque abusa dei mezzi di correzione o di disciplina in danno di una persona (…) a lui affidata per ragione di educazione, istruzione, cura, vigilanza o custodia (…) è punito, se dal fatto deriva il pericolo di una malattia nel corpo o nella mente, con la reclusione fino a sei mesi”. Si parla, invece, di maltrattamento se un docente adotta questo sistema ripetutamente, arrecando umiliazioni o lesioni psicologiche sui più giovani. Quest’ultima condotta sarebbe disciplinata dall’articolo 572 del Codice penale che si concentra appunto sul comportamento reiterato nel tempo.
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Corte suprema di cassazione: se c’è violenza il docente non educa
Chiarito che un singolo episodio di maltrattamento rientri nell’abuso dei mezzi di correzione e che le condotte reiterate rientrino nel reato di maltrattamento, bisogna capire qual è la sottile linea tra ciò che è concesso o meno nei mezzi di correzione o di disciplina. I magistrati si sono pronunciati in merito al caso sopracitato dichiarando che “quand’anche il docente avesse agito con intenti educativi, tale suo comportamento non era affatto adeguato”. Gli stessi hanno anche rigettato e reso irrilevante il riferimento alla “condizione di disagio” del giovane a causa del “suo rendimento scolastico” citato dal legale.
Cosa rischia il docente che offende uno studente?
Come anticipato, la reclusione varia a seconda della natura del reato: se si parla di abuso dei mezzi di correzione un docente rischia fino a sei mesi di carcere. Se il giudice conferma il reato di maltrattamento, invece, si va dai tre a sette anni. Ma oltre alla condanna penale, è previsto un risarcimento? La risposta è positiva. Il risarcimento richiesto dallo studente, se maggiorenne, o dai genitori, se minorenne, farebbe riferimento al danno causato dalle umiliazioni patite.Paolo Ferrara