
A raccontare l’episodio è lo stesso professore attraverso un post su Facebook: “Mio caro studente, che mi hai chiamato terrone di m***a e mi hai minacciato di morte, ti perdono e ti chiedo scusa”.
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Il post del prof: “Ti perdono perché educare significa anche dare nuove possibilità”
Osvaldo Iervolino ha 30 anni e insegna italiano e storia in un istituto di Brescia. Martedì scorso, come di consuetudine, ha chiamato in cattedra uno studente. L’interrogazione però non è andata benissimo, e Iervolino si è visto costretto a dare un brutto voto. L’alunno non ha reagito bene, anzi tutto il contrario: ha insultato il prof sottolineando la sua provenienza meridionale per poi minacciarlo addirittura di morte. A raccontarlo è lo stesso docente, in una lettera postata su Facebook che esordisce così: “Mio caro studente, che mi hai chiamato terrone di m***a e mi hai minacciato di morte, ti perdono e ti chiedo scusa”. Scrive ancora l’insegnante: “Ti perdono perché educare significa anche dare nuove possibilità. Ti perdono perché voglio pensare - nella mia ingenuità - che non hai dato peso alle parole che hai detto e che forse non le pensi. Ti perdono perché nel tuo volto ho percepito rabbia, vuoto e smarrimento verso un futuro al quale non riesci ancora a dare forma. E allora ti dico: lasciati aiutare, ascolta chi vuole darti consigli e non essere diffidente”.
Il termine terrone: “È triste etichettare chi è del Sud in questo modo”
Iervolino, intervistato dal ‘Corriere del Mezzogiorno’, ha poi anche spiegato di sentirsi responsabile “delle paure e delle angosce degli studenti”, che vedono davanti ai loro occhi un futuro del tutto incerto. Ecco perché quello studente ha avuto una reazione tanto aggressiva e violenta, tanto rabbiosa, solo per aver ottenuto un brutto voto. Iervolino ha anche raccontato che la famiglia del ragazzo si è messa subito in contatto con lui per mostrargli vicinanza e chiedergli scusa per il brutto gesto del figlio. L’insegnante non porta rancore, ma questo non vuol dire che sia rimasto illeso dalle parole astiose dell’allievo. “Un po’ mi ha dato fastidio”, ha ammesso Iervolino, “perché è triste etichettare chi è del Sud in questo modo”. Il termine “terrone” ha assunto nel corso del tempo una sfumatura ironica e scherzosa, ma quando viene caricato di odio e di disgusto, ha spiegato Iervolino, “allora ne percepisci tutta la spregevolezza che contiene”. Ha continuato il prof: “Come me ci sono tanti meridionali che lavorano nel mondo della scuola negli istituti settentrionali. Quando dopo molti sacrifici si aggiunge la mancanza di rispetto degli alunni, allora percepisci il peso della delusione”.