
Linee guida decisamente diverse da quelle annunciate il giorno prima. Nel documento pubblicato lunedì 29 novembre, infatti, si leggeva che a causa dell'aumento dei contagi veniva prevista la messa in isolamento per l'intera classe anche in presenza di un solo alunno positivo. Una giravolta, quella avvenuta nelle ultime ore, che per i dirigenti scolastici è "inspiegabile" e tale da rendere incerta e precaria l'imposizione delle regole.
-
Leggi anche:
- Iscrizioni scuola 2022 2023, le date: c'è tempo dal 4 al 28 gennaio
- PNRR, oltre 5 miliardi subito investiti per la scuola: ecco come verranno distribuiti, settore per settore
- Le riforme del ministro Bianchi per la scuola: cosa cambierà
Stop a quarantena con un solo contagiato, si torna alla vecchia ordinanza
Il rimbalzo di circolari in contrasto l'una con l'altra, dunque, sta mandando in confusione gli istituti. Per i presidi, che già devono confrontarsi col costante aumento dei casi di Covid-19 tra i propri alunni, sta risultando quasi impossibile rispondere alle tante domande che provengono da studenti e genitori.In meno di una giornata, infatti, si è passati dal mandare in quarantena gli studenti di una classe anche con un solo caso positivo, con un imponente ritorno alla Dad, all'immediato passo indietro, con la conferma dell'isolamento delle classi intere solo al raggiungimento di tre casi di contagio. Prevedendo un notevole stanziamento di fondi per assicurare un maggiore tracciamento con l'uso dei test alla prima positività in classe, architrave del nuovo sistema. Perché, come si apprende da fonti istituzionali: "Garantire la partecipazione in presenza e lo svolgimento delle lezioni a scuola in assoluta sicurezza è una priorità del Governo".
La furia dei presidi: "La politica sta giocando con la scuola"
Un andirivieni che ha fatto andare su tutte le furie i presidi che, anche questa volta, saranno in prima linea nel confronto con le comunità scolastiche. Anche perché, con la nuova circolare, si procede a una ulteriore differenziazione del sistema delle quarantene, basato sull'età degli alunni: la didattica a distanza, infatti, scatterà con un solo positivo per i bambini fino a sei anni; con due positivi per gli alunni da 6 a 12 anni; con almeno tre dai 12 anni in poi.Cristina Costarelli, presidente dell'Associazione Nazionale Presidi Lazio, ha espresso a Skuola.net tutto il suo rammarico nei confronti di una situazione che ha dell'incredibile: "Quello che stiamo vedendo in questi tre giorni - dice la dirigente del Liceo Newton di Roma - sembra proprio essere il teatro dell'assurdo. Abbiamo visto tre indicazioni diverse su come trattare le quarantene: lunedì eravamo nella fase della quarantena con testing, con la classe a scuola f fino a tre positi; la sera di lunedì 29 riceviamo indicazione di quarantena per tutta la classe con un positivo; ieri sera, infine, ci siamo trovati la nota che fa dietrofront e che dice che 'Il commissario ha trovato i fondi per assicurare il testing' e quindi nuova marcia indietro".
Una situazione ingestibile che, per i presidi, non prende in considerazione le difficoltà con cui ogni giorno le scuole devono fare i conti: "Abbiamo veramente il Carosello delle quarantene - afferma Costarelli. Le scuole non hanno più parole per esprimere la contrarietà a una gestione che è caratterizzare da assoluta estemporaneità. Siamo in una condizione critica da più di un anno e mezzo, le scuole fanno fronte in trincea e si vedono arrivare indicazioni che contraddicono se stesse nel giro di 24 ore".
La presidente ANP Lazio sottolinea, poi, una forte difficoltà anche nella comunicazione interna al Governo: "Gli stessi firmatari della prima circolare del 29 novembre sera, il 30 sera smentiscono se stessi. Probabilmente lunedì le stesse persone della prima circolare non si erano sentite col commissario perché non si capisce come è possibile che nel giro di 24 ore possano uscire fuori dei fondi per fare i test. Due rappresentanti delle istituzioni al massimo grado dicono cose senza essersi consultati con la struttura commissariale".
Questi continui ribaltoni, nel frattempo, non fanno altro che portare ulteriore preoccupazione in una situazione già molto delicata: "E' assolutamente assurdo quello che stiamo vivendo - conclude Costarelli. Le scuole sono l'ultimo anello, dal punto di vista istituzionale, ma sono il primo presidio sul territorio: il disorientamento è totale, i genitori non sanno più che cosa deve succedere, le scuole non riescono più a gestire le cose. L'impressione è che la politica stia giocando con la scuola e con le persone".
Gli studenti non sono d'accordo, ma il nuovo sistema sembra funzionare
Una decisione, l'ultima presa dal Governo, che sembra però scontentare gli studenti. Secondo un sondaggio di Skuola.net, la maggior parte degli alunni delle scuole superiori (56%) avrebbe preferito il ritorno a misure più stringenti, per tutelare in modo più efficace la salute di tutti; mentre la disciplina attualmente in vigore e messa in soffitta solo per una giornata, accoglie i favori solo del 44% dei ragazzi.Ma, come emerge dallo stesso monitoraggio, il nuovo protocollo, seppur in un quadro sempre più allarmante, stava iniziando a mostrare dei buoni frutti. Secondo quanto riferito dai 5.000 alunni di licei, istituti tecnici e istituti professionali raggiunti dall'indagine, l’esperienza con l’applicazione della regola del "terzo positivo" per l'avvio della Dad generalizzata, nel mese scarso di vigenza è stata abbastanza positiva: nella metà dei casi in cui si è manifestato un caso positivo in classe, la didattica è proseguita in presenza per tutti gli altri che erano invece negativi.
Senza l'aggiornamento delle procedure, quindi, il ricorso alla didattica a distanza totale sarebbe sicuramente stato molto più massiccio, specie nelle ultime settimane. Ecco forse spiegato perché il Governo sta provando fino all'ultimo a rispettare l'obiettivo che si era prefissato a settembre: far proseguire l'anno scolastico il più possibile "in presenza", limitando al minimo il ricorso alla didattica "a distanza".