
È infine stata diffusa e pubblicata la nuova circolare del Ministero dell'Istruzione in merito alle regole di sicurezza per contrastare la pandemia da seguire nell'ambiente scolastico. Tuttavia queste nuove norme non sembrano accontentare tutti, e anzi, a essere lasciati un po' perplessi sono i presidi delle scuole.
Il documento dal titolo “Indicazioni per l’individuazione e la gestione dei contatti di casi di infezione da Sars Cov in ambito scolastico”, elaborato dall’Istituto superiore di Sanità, dal Ministero della Salute, dell’Istruzione e dalle Regioni introduce alcune novità in merito alla didattica a distanza e la gestioni degli studenti positivi.
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Secondo la nuova circolare il ricorso alla didattica a distanza sarà meno frequente e quest'ultima verrà presa in considerazione solamente nel caso ci siano tre o più casi Covid in classe, tra docenti e studenti. Non è infatti prevista la didattica a distanza se c'è un solo positivo in classe.Nel caso ci siano due positivi, invece, sarà disposta una quarantena "selettiva" a seconda se i positivi siano vaccinati o meno, mentre si resta tutti a casa solo se i casi sono almeno tre. Per quanto riguarda l’isolamento, quest'ultimo dura 7 giorni per i vaccinati e 10 per i non vaccinati.
La gestione dei contatti e i presidi: le nuove regole
All'interno del nuovo protocollo c'è anche una revisione del sistema di gestione dei contatti dei positivi: "Le procedure di gestione dei contatti a livello scolastico dovrebbero essere semplificate attraverso un sistema che preveda una serie di automatismi, nel rispetto della normativa vigente della privacy, gestibili sin dalle prime fasi direttamente dal dirigente scolastico e dal referente scolastico Covid-19, in stretta collaborazione con il DdP".Proprio con quest'ultimo passaggio non concordano i presidi a cui viene affidata, in prima battuta, la gestione delle quarantene. Anche se, continua il testo:"Resta inteso che a tali automatismi potranno seguire eventuali azioni di sanità pubblica, specifiche e puntuali, in seguito alla valutazione del rischio effettuata dal DdP, che rimane comunque incaricato della disposizione delle misure da intraprendere (inclusi l'isolamento dei casi, la quarantena dei contatti e le tempistiche per il rientro a Scuola degli alunni/studenti/operatori scolastici)"
Quindi è compito dei presidi sospendere le attività didattiche nella classe in cui gli studenti sono stati a contatto con i positivi e predisporre la seguente quarantena nel caso le autorità sanitarie non possano intervenire con tempestività. Al referente Covid toccherà invece comunicare le misure adottate all'Asl.
Lo scontento dei presidi: "Il solito scaricabarile"
In un'intervista rilasciata a Fanpage.it, Mario Rusconi, presidente dell'Anp Roma e vicepresidente Anp Lazio, ha cercato di mettere in evidenza le criticità del nuovo protocollo:"Il protocollo si sicurezza è certamente un passo in avanti per quanto riguarda la possibilità di fare lezione in classe, perché evita che tutta la classe vada automaticamente in quarantena nel caso ci sia un positivo. Ma quello che ci lascia perplessi è il solito scaricabarile sui presidi. Se le Asl non riescono a intervenire, ed è quasi sottinteso che la maggior parte delle volte non riescono ad agire tempestivamente per varie ragioni, si buttano sul preside e sul suo team una serie di incombenze che sono di natura prettamente sanitaria".Altro punto critico sulla gestione dei contatti riguarda le indicazioni sulla conoscenza dello stato vaccinale degli alunni:"Ma c'è anche il fatto che il Garante della privacy dice che la scuola non può trattare dati sanitari, per cui non può chiedere se i ragazzi hanno o meno il Green Pass o se sono o meno vaccinati. Ma d'altra parte in questo documento si dice che il preside e il suo gruppo di lavoro devono trattare dati sanitari. A questo punto chiediamo che le varie istituzioni si mettano d'accordo. Non vorremmo che anche questa volta, come già accaduto nei mesi scorsi, ci fosse un intervento del Garante. Chi ci comunica che ci sono dei ragazzi positivi in classe? La famiglia? Il medico? È la scuola che deve informarsi sullo stato di salute dei ragazzi? Ci sono aspetti che rimangono molto vaghi, vorremmo delle delucidazioni. Voglio sperare che queste linee guida siano state già concordate con il Garante".
Terza dose per docenti e personale scolastico: che ne pensano i presidi?
Per quanto invece riguarda la possibilità di una terza dose per docenti e personale scolastico, Mario Rusconi ha ribadito che:"Siamo favorevolissimi, pur non essendo vaccinologi. Da quello che sappiamo il richiamo per la terza dose per insegnanti serve ad allontanare ancora di più lo spettro della diffusione dell'infezione"."Secondo quello che segnalano diversi colleghi presidi sparsi nel territorio il virus a scuola in questo momento si sta diffondendo prevalentemente tra i bambini più piccoli, nelle scuole elementari e medie, perché fino a 12 anni i ragazzi non sono immunizzati. Alle superiori la situazione è abbastanza sotto controllo".
Paolo Di Falco