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di francesca_fortini
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basta compiti a casa! Stufi anche i presidi

Inatteso ma quanto mai gradito, l’appello che parte da un preside per abolire gli odiati compiti a casa. Potrebbe avere le ore contate, quindi, la consueta abitudine della scuola italiana di caricare i ragazzi di studio anche durante le vacanze.

Le ferie sono ferie, si sa, e questo dogma vale per tutti. Studenti compresi. E allora ecco che dilaga la rivolta, guidata niente di meno che da un preside che, ci scommettiamo, riceverà la gratitudine da tutta Italia, soprattutto quella under 20. Ma non solo. Anche i genitori infatti non ne possono più dei compiti per casa: inchiodano i figli a casa, bloccando le uscite di famiglia, e costringono spesso anche mamma e papà a tornare sui libri.

SCIOPERIAMO – Invoca un vero e proprio sciopero, Maurizio Parodi, dirigente scolastico e autore di «Bastacompiti! Non è così che si impara» e «Gli adulti sono bambini andati a male», invitando studenti e genitori allo «sciopero» dei compiti delle vacanze suggerendo «il ricorso a misure di protezione del minore, e autodifesa della famiglia, a partire dalla consegna ai docenti di una "dichiarazione del diritto alla vacanza". I prof quindi sono avvisati: a settembre non ci saranno compiti da correggere. “I compiti per le vacanze – ha spiegato Parodi all'Adnkronos - sono una contraddizione in termini, un assurdo logico, ancor prima che pedagogico, giacché le vacanze sono tali, o dovrebbero esserlo, proprio perché liberano dagli affanni feriali. Nessun'altra categoria di lavoratori (e quello scolastico è un lavoro molto impegnativo, talvolta alienante e per giunta non retribuito) accetterebbe di prolungare nel tempo libero, e meno che mai di svolgere durante le ferie, compiti professionali imposti". Ma è del tutto normale che a una simile pretesa debbano assoggettarsi gli scolari: perché si esercitino e non dimentichino tutto quello che hanno imparato. Evidentemente si ritiene che gli apprendimenti avvenuti durante l'anno scolastico (soprattutto con lo studio domestico) siano davvero ben poco significativi. In effetti, è proprio così: pare accertato che la permanenza delle informazioni apprese attraverso l'insegnamento e lo studio domestico non superi i tre mesi (e che il 70% delle conoscenze sia oggi acquisito al di fuori della scuola) - in altre in altre parole: si impara sempre meno a scuola e si dimentica sempre più in fretta ciò che a scuola si impara.

COMPITI PER CASA? INUTILI E DANNOSI “I compiti per le vacanze – spiega all'Adnkronos il pediatra di Milano, Italo Farnetani - sono inutili e dannosi perché rubano tempo prezioso da passare in relax, per ricaricarsi, con la famiglia e gli amici. Oltretutto, se gli insegnanti danno i compiti poi a settembre devono impegnarsi per controllarli, altrimenti chi li ha fatti viene penalizzato. In tempo di crisi ho voluto capire, poi, quanto pesa questa voce sul bilancio delle famiglie”.

COMPITI, CHE SALASSO! “Secondo i miei calcoli – continua Farnetani - fatti dopo aver contattato alcune scuole elementari, medie e superiori, le famiglie italiane rischiano di spendere circa 215 milioni di euro. Da tempo sottolineo l'inutilità dei compiti, dunque non posso che appoggiare l'idea di Maurizio Parodi”. Dopo aver contattato una serie di scuole, Farnetani ha scoperto che in media i libri per le vacanze adottati alle elementari costano 15 euro, per le medie si sale a 30 euro e per le superiori a 50 euro. “Moltiplicando queste cifre per 2,5 milioni di alunni delle elementari (escludendo quelli di quinta, che non fanno compiti), per 1,7 mln di ragazzini delle medie e per 2,5 mln di liceali, scopriamo che i genitori dei più piccoli sborseranno circa 37 mln di euro, quelli con figli intermedi 51 mln e quelli dei liceali 125 mln. In totale 213 milioni di euro. Una cifra importante, che non rientra nel tetto di spesa del ministero e che specie in tempo di crisi deve far riflettere”.

Lorena Loiacono