
Durante la prima settimana di febbraio si sono chiusi gli scrutini delle scuole elementari, medie e superiori. Ma, come ha influito la Dad "a intermittenza" durante questo terzo anno di pandemia sulle valutazioni degli studenti e quali sono state le principali problematiche riscontrate? Ne abbiamo parlato con Cristina Costarelli, presidente dell'Associazione Nazionale dei Presidi del Lazio e preside del Liceo Newton di Roma.
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L'effetto della situazione pandemica: "Inevitabili difficoltà e ritardi"
Per quanto riguarda gli effetti della pandemia sullo svolgimento degli scrutini la presidente dell'ANP Lazio evidenzia come purtroppo il periodo abbia portato delle problematiche :"E' inevitabile che la situazione pandemica abbia creato delle difficoltà e dei ritardi nello scrutinio di questo quadrimestre così come nel raggiungimento degli apprendimenti da ormai due anni a questa parte: il punto non è tanto il ritardare il programma e fare qualcosa in più o qualcosa in meno in termini di contenuti ma il raggiungimento delle competenze ed è qui che c'è una difficoltà maggiore soprattutto su alcuni aspetti didattici o formativi"Le maggiori problematiche, secondo la dirigente, riguardano proprio le materie principali, che gli studenti fanno fatica ad assimilare:"Per quanto riguarda le superiori sicuramente le discipline più intaccate sono quelle d'indirizzo che definiscono la specificità di una scuola e dove si devono raggiungere determinati livelli uniformi anche in relazione all'esame di maturità a differenza di altre discipline dove è possibile non lavorare su tutte le competenze"
"Le discipline dove ci sono criticità maggiori sono quelle d'indirizzo e anche quelle di tipo scientifico come matematica, fisica, scienze" - Continua la preside.
"Quelle discipline dove i passaggi sono tutti concatenati: se in filosofia o in italiano di un periodo storico si delineano le caratteristiche generali e poi non si affrontano tutti gli autori, l'idea del percorso si può assimilare mentre in discipline come matematica e fisica i passaggi non si possono saltare perché precludono all'argomento successivo. Quindi le maggiori difficoltà sono in quelle discipline in cui non si può fare una selezione ma si devono svolgere interamente perché c'è un esame alla fine del corso che comunque richiede che il programma sia stato svolto completamente"La didattica a distanza ha, quindi, influito "su tutto il percorso di questo quadrimestre". Ovviamente, questo si è riscontrato anche nella valutazione che, dal punto di vista del calendario scolastico, spiega Costarelli, "si è posizionata nei mesi in cui il numero dei contagi ha reso più difficile la didattica ovvero dicembre e gennaio. Durante questo periodo non si svolgono solamente gli scrutini ma anche le prove di fine quadrimestre, le prove per recuperare e quindi sicuramente la Dad ha inciso."
Ma non è solo l'andamento in una singola disciplina a preoccupare. Gli studenti hanno davvero "accusato il colpo" in molti altri ambiti, come l'espressione linguistica o le competenze relazionali.
"In linea molto generale"- continua Cristina Costarelli- "Quello che si nota è una maggiore difficoltà nell'espressione orale, nella capacità di confronto e di dibattito. Gli aspetti che la pandemia ha inevitabilmente compromesso sono tutti quelli legati alla relazionalità e allo stare insieme con gli altri anche dal punto di vista degli apprendimenti. Questo si nota soprattutto tra i più piccoli nella scuola primaria dove un bambino di terza non ha frequentato neanche un anno del suo percorso in modo completo e, di conseguenza, le difficoltà ci sono anche a livello di comprensione del testo".
Maturità e Terza Media: "Le difficoltà di un triennio non svolto completamente si sentono"
Adesso che c'è stato un ritorno degli scritti per gli esami, la dirigente Cristina Costarelli ci tiene a sottolineare che:"Per quanto riguarda gli esami di quinta superiore e terza media certamente le difficoltà di un triennio non svolto completamente si sentono e infatti la formula di entrambi gli esami consente di attutire la situazione perché non si tratta di esami ancora completi.""Il discorso dell'essere più o meno pronti è difficile da stabilire: i ragazzi avvertono questa difficoltà, soprattutto gli alunni più piccoli, ma dall'altro lato ci sarà un atteggiamento di comprensione da parte delle commissioni. Alle superiori la prova d'italiano è nazionale, un testo scritto che comunque è un aspetto su cui si è lavorato anche in pandemia per cui i ragazzi da questo punto di vista sono pronti. La seconda prova dell'esame invece è affidata alla commissione composta da docenti interni e anche lì c'è una forma di alleggerimento."
"Sicuramente è comprensibile la sensazione, la percezione del non sentirsi pronti che c'è quasi sempre quando i ragazzi arrivano all'esame anche se quest'anno è sicuramente maggiore per gli aspetti detti".
Studenti in difficoltà dopo la Dad, come si organizzerà il recupero?
Dopo scrutini non del tutto soddisfacenti e voti altrettanto altalenanti, data la situazione pandemica, non sarà tuttavia facile per le scuole organizzare i corsi di recupero che, come ci conferma la preside Costarelli, spesso saranno svolti online: "Si andrà a intervenire così come si è fatto negli anni scorsi: corsi pomeridiani nelle scuole superiori molto spesso a distanza per un motivo di tipo epidemiologico perché è ancora sconsigliato far stare insieme in un ambiente comune alunni che provengono da più classi considerando che il recupero si organizza, anche qui per la maggior parte delle situazioni, in modo comune con gruppi che si formano tra alunni con specifiche carenze e provenienti da più classi".Alla scuola primaria e secondaria di primo grado, invece, si utilizzerà un "recupero in itinere", trovando nel lavoro di classe dei momenti in cui intervenire con maggiore efficacia su quegli aspetti che si presentano più critici, spiega Costarelli.
Nonostante tutte queste difficoltà, le famiglie rimangono "collaborative", anche se i tradizionali colloqui scuola-famiglia, ormai, si stanno facendo nella maggior parte dei casi a distanza.
E su questo punto la stanchezza di un lungo periodo per lo meno ostico inizia a farsi sentire: ""Mi risulta personalmente" - dice Costarelli - "che alcuni genitori, anche se non moltissimi, cominciano a chiedere di avere dei colloqui in presenza che si faranno soprattutto dove vi sono situazioni più delicate e serve l'aspetto relazionale diretto per il confronto tra genitori e docenti."
Paolo Di Falco