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esami integrativi

Con il nuovo Decreto Scuola, approvato dal Consiglio dei Ministri il 4 settembre 2025, sono state introdotte nuove misure che riguardano principalmente l’Esame di Stato. 

Non mancano, però, altre novità che puntano a cambiare la scuola più in generale, compresa quella relativa ai cambi di indirizzo, che va a riformulare la procedura per il ricorso all’uso degli esami integrativi, utili a recuperare eventuali lacune tra piani di studi differenti prima del passaggio da un percorso all'altro. 

Indice

  1. Cosa diceva il Consiglio di Stato
  2. Cosa cambia con il decreto scuola

Cosa diceva il Consiglio di Stato

Di recente i giudici del Consiglio di Stato, con la sentenza n. 3250/2024, avevano già messo in chiaro una cosa: gli esami integrativi obbligatori per il passaggio a una classe corrispondente di diverso indirizzo non sono più previsti dall’ordinamento giuridico italiano. Questo perché la norma che li imponeva era stata abrogata, pur non vietando agli istituti di chiedere un'integrazione.

L'evoluzione normativa si dirige dunque verso percorsi più flessibili, dove la scuola stessa deve farsi carico di accompagnare e supportare gli studenti nel cambio di rotta. Un approccio che mette al centro le esigenze del ragazzo, per aiutarlo a trovare il suo percorso ideale senza troppi intoppi.

Cosa cambia con il decreto scuola

Il nuovo decreto-legge, approvato il 4 settembre, accoglie in pieno questa logica e la rende operativa. Nel dettaglio il MIM comunica che:

  • Nel primo biennio: se si cambia indirizzo, non si dovranno più affrontare gli esami integrativi. Sarà la scuola a fornire un "accompagnamento" mirato, con interventi di sostegno specifici. Un modo per facilitare il passaggio e permettere di mettersi al pari con i nuovi compagni, senza stress.

  • Nel triennio conclusivo: la situazione è diversa. In questo caso, sono ancora previsti gli esami integrativi. L'obiettivo, qui, è quello di garantire che gli studenti che si avvicinano all'esame di Stato abbiano tutte le competenze necessarie, senza lacune.

Il Ministero dell’Istruzione e del Merito ha commentato la misura, definendola una vera e propria “opportunità educativa, volta a contrastare la dispersione scolastica e ridurre l’insuccesso formativo”

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