
Siamo ormai giunti al mese di settembre, e il ritorno a scuola non è mai sembrato così caotico. Un clima di incertezza, questo, che non rilassa di certo studenti e lavoratori, alle prese oltretutto con un'emergenza sanitaria che appare ancora lontana dall'essere risolta.
Anche per questo il Protocollo di sicurezza per la riapertura, sottoscritto il 6 agosto dal Ministro Azzolina insieme alle organizzazioni sindacali, prevede il
supporto psicologico per chi tornerà in classe. Si tratta di attività di sostegno psicologico davanti a segnali di
insicurezza, stress, timore di contagio, difficoltà di concentrazione, situazione di isolamento vissuta, organizzate secondo i criteri di
un’apposita convenzione tra Ministero dell’Istruzione e Consiglio Nazionale Ordine Psicologi. In questo momento così concitato, a pochissimo dalle riaperture, appare ancora più importante che questa iniziativa prenda effettivamente piede nelle scuole: così il
Presidente del Consiglio Nazionale Ordine degli Psicologi, che auspica una maggiore attenzione al fattore umano in questo travagliato back to school.
Presidente Consiglio Nazionale Ordine degli Psicologi: importante dare risorse psicologiche alla scuola
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Le persone non sono robot o solo organismi biologici" afferma David Lazzari, Presidente Consiglio Nazionale Ordine degli Psicologi, in una nota condivisa in esclusiva con la redazione di Skuola.net. "
Sembra che il mondo - continua Lazzari -
si stupisca del diffondersi del disagio psicologico e dello stress ma questo dipende in gran parte dal fatto che nell’età della tecnica ci si dimentica spesso che l’essere umano non è un robot. In Sanità si è arrivati a parlare di “umanizzazione” perché si è perso di vista che la salute e le malattie riguardano persone e non solo i loro corpi. Di fronte alla pandemia spesso le decisioni vengono prese come se fosse un problema che riguarda solo il virus e non le persone." "
Con la Scuola - Osserva il Presidente del Consiglio Nazionale Ordine degli Psicologi -
si sta rischiando lo stesso errore. Grande enfasi sui fattori tecnici ma poca considerazione dei fattori umani. Nessuno che si chiede quali sono le difficoltà, i timori, le paure le ansie di studenti, insegnanti, famiglie, personale scolastico. Eppure i processi si complicano e si inceppano per fattori squisitamente umani, che nessuno si cura di considerare, ascoltare ed aiutare. Quando si parla di persone, per di più di bambini ed adolescenti, gli aspetti psicologici fanno la differenza, a partire dalla applicazione delle procedure e dalle ricadute. Ridurre le persone ad algoritmi semplifica le cose in apparenza ma è un boomerang che comporta costi per tutti. E’ importante che questi aspetti vengano considerati in modo competente, sia nella fase di organizzazione che tenendo conto delle ricadute che la situazione produce". "
Spero che l’accordo del 6 agosto per dare risorse psicologiche alla scuola si traduca in un investimento serio e non in una foglia di fico" conclude Lazzari.