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ritorno scuolaUn pomeriggio decisivo quello del 4 gennaio: in questa giornata le Regioni si sono incontrate per accordarsi su un aggiornamento delle regole sulla quarantena (e non solo) per permettere il ritorno in classe in sicurezza.
Il governo è intenzionato, infatti, a far partire le lezioni in presenza secondo il calendario scolastico regionale tra venerdì 7 e lunedì 10 gennaio, nonostante le ipotesi di slittamento avanzate da alcuni presidenti di Regione.

Nel frattempo il premier Mario Draghi e i ministri della Salute e dell'Istruzione, insieme al generale Figliuolo si sono riuniti per discutere le misure per il rientro. Tutto questo in preparazione per il 5 gennaio, quando il Consiglio dei ministri deciderà sulla base delle proposte avanzate le modalità in cui si tornerà a scuola dopo questa pausa natalizia.

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Dopo una iniziale ipotesi, bocciata, di distinguere tra vaccinati e non vaccinati in caso di positivi in classe - per i primi sarebbe stato previsto il solo screening, mentre ai secondi sarebbero toccati isolamento precauzionale e Dad - la proposta che avanzano le Regioni, riportata da Il Corriere della Sera, chiede una diversificazione delle regole a seconda dei cicli di istruzione. I bambini delle scuole dell’infanzia andrebbero così in quarantena per 7 giorni al primo contagio in classe, mentre per gli alunni tra 5 e 11 anni (primarie e prima media) scatterebbe la quarantena al secondo contagio per 7 giorni.
Rimarrebbero invece in classe gli studenti della terza media e delle superiori, con raccomandazione di mascherina Ffp2, ma fino al terzo caso di positività. Dal terzo contagio in poi, ci sarà la quarantena per 7 giorni.
Si potrà tornare in classe, a prescindere dalla classe frequentata, dopo un tampone antigenico o molecolare tra il quinto e il settimo giorno.
La proposta apre anche a una possibilità importante, quella non affidare esclusivamente alle Asl i tamponi molecolari del primo giorno (T0), come previsto dal regolamento attuale. Il documento delle regioni propone che possa essere effettuato un anche test anche antigenico, in farmacia o, dove possibile, anche a scuola in "autosomministrazione vigilata".
Le Regioni chiedono anche di sospendere le lezioni di educazione fisica e di canto o strumento musicale nei momenti di particolare rischio epidemiologico.

Scuola, niente slittamenti: si torna in presenza il 10 gennaio

Molti sono stati in questi giorni i presidenti di Regione che hanno chiesto di rinviare il ritorno a scuola in presenza: la richiesta, però, non sembra sia destinata ad essere accolta. Il documento propone tuttavia che la decisione di un eventuale slittamento sia presa dopo il parere del Comitato Tecnico Scientifico. Come scrive il Corriere della Sera, sul documento preparato dalle Regioni si legge: "Si ritiene che uno specifico parere del Cts, che evidenzi una ricaduta non negativa della riapertura scolastica sull’andamento pandemico, debba essere posto alla base della decisione circa la riapertura delle scuole, considerando anche la ricaduta che tale riapertura può avere sugli altri contesti (trasporti)".
Il Governo tuttavia, come detto, è intenzionato a rispettare la data della ripartenza prevista dai calendari scolastici, tra il 7 e il 10 gennaio. Anche se sarà durante il Consiglio dei ministri di domani che, sulla base delle proposte emerse dagli incontri di questi giorni, si prenderanno le decisioni definitive sul tema del rientro a scuola, affinché questo avvenga nella massima sicurezza.