
Un ragazzo di 14 anni avrebbe vissuto un vero e proprio incubo tra i banchi di scuola, in un istituto della provincia di Brindisi. Secondo la denuncia presentata dai genitori, sarebbe stato insultato, deriso e persino aggredito fisicamente dai suoi stessi compagni di classe. Colpi al collo, ferite a un braccio, e tutto documentato anche da video registrati con i cellulari.
Una situazione che, sempre secondo i familiari, sarebbe rimasta senza risposta per mesi da parte del contesto scolastico. Il culmine? La bocciatura agli esami di riparazione di settembre, che ha spinto la famiglia a rivolgersi sia al Tribunale penale sia a quello amministrativo.
Ed è qui che entra in scena il TAR Puglia, con una decisione che apre scenari importanti.
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Il ricorso al TAR e la sospensione degli atti
Con la sentenza n.444/2025, depositata lo scorso 23 settembre, il Tribunale Amministrativo Regionale pugliese ha, infatti, sospeso i provvedimenti dello scrutinio finale e degli esami di riparazione. Nel decreto, il presidente della seconda sezione ha descritto un contesto delicato: il percorso scolastico del ragazzo sarebbe stato "segnato dalle vessazioni subite a scuola dai compagni".
Il TAR ha sottolineato come, in presenza di episodi del genere già certificati, la scuola avrebbe dovuto attivare percorsi didattici personalizzati per garantire il diritto allo studio del minore. Non solo: il decreto evidenzia anche una carenza di motivazione da parte del consiglio di classe nelle valutazioni finali e richiama le dichiarazioni raccolte in sede di scrutinio, che rendono necessaria una riflessione più ampia sugli effetti del bullismo nel processo di apprendimento.
Un nuovo esame del caso
Il TAR ha ordinato all’Amministrazione scolastica di procedere a una nuova valutazione dettagliata, fissando come scadenza il 30 settembre per esaminare nuovamente il caso.
La tappa successiva sarà il 20 ottobre, data della Camera di consiglio collegiale, che affronterà il ricorso in maniera più ampia e approfondita.
Nel frattempo, la vicenda resta aperta anche davanti alla giustizia penale, che dovrà chiarire eventuali responsabilità dirette per gli episodi di bullismo subiti dallo studente.
Una questione di diritti
La partita si gioca, dunque, su due fronti: da un lato la protezione del minore contro le condotte lesive, dall’altro il riconoscimento del suo diritto all’inclusione scolastica.
Più in generale, la vicenda accende i riflettori su un punto cruciale: quando il bullismo incide in modo diretto sul percorso educativo, non si può far finta di nulla. La scuola, chiamata in causa, è tenuta a garantire non solo valutazioni e voti, ma anche un contesto sicuro e rispettoso per ogni studente.