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sciopero studentesco

Gli studenti sono stati gli assoluti protagonisti di questo autunno particolarmente movimentato per la scuola. Le difficoltà riscontrate nella gestione delle misure anti-covid, unite alle problematiche che affliggono da sempre gli istituti scolastici, hanno compromesso fortemente l'istruzione negli ultimi tre mesi del 2021.

E così, tra scioperi, proteste e manifestazioni, gli studenti hanno cercato di far sentire la loro voce anche con le occupazioni di più recente periodo. Ma c'è chi, tra i docenti, non è d'accordo con l'occupazione come mezzo manifestare il dissenso; e della stessa opinione è anche l'Associazione Nazionale Presidi di Roma che nella figura del presidente Mario Rusconi ha espresso tutto il suo disappunto ritenendo una “moda” le varie occupazioni che si sono susseguite negli ultimi tempi.

”L'occupazione non porta a nessun risultato”

E' Ansa.it a riportare il duro attacco di Rusconi rivolto agli occupanti, “una minoranza”, secondo l'ANP, che ha preso in ostaggio la maggioranza degli studenti. "Crediamo - sostiene Rusconi - che i ragazzi vadano comunque ascoltati, perché insieme ai professori, vivono la scuola quotidianamente per cui conoscono da dentro le mancanze e i problemi che l'affliggono. Tuttavia siamo convinti che la forma di protesta delle occupazioni non porti ad alcun risultato, anzi finisce coll'aggravare le situazioni spesso periclitanti di diverse scuole".

Rusconi si sofferma poi sulla necessità di ricordare che la scuola è unbene della comunità” e che come tale vada salvaguardato: “Come ANP di Roma crediamo che la scuola sia un bene della comunità, una risorsa di tutti i cittadini, quel luogo in cui motivare gli studenti allo studio, facendo leva sulla loro curiosità intellettuale, sulla loro collaborazione, sul loro impegno. La scuola deve avere come fine la crescita di studenti istruiti, formati nella personalità e cittadini di una comunità libera e consapevole, con una propria autonomia viva e vitale, che possa alimentare la partecipazione degli studenti, ed essere aperta alle loro proposte ed alla loro creatività", aggiunge.

”Stimolare un dibattito costruttivo con i ragazzi che porti a delle soluzioni”

La compressione degli spazi di legittima autodeterminazione delle scuole, le sterili e infinite discussioni sulle riforme normative e la liturgia delle occupazioni come rito obbligato dell'autunno”; sono queste le motivazioni avanzate da Rusconi e dall'ANP di Roma che chiede un maggiore coinvolgimento da parte delle istituzioni: “Auspichiamo che anche la politica e gli amministratori locali possano condividere con noi queste ragioni aiutandoci nei ragionamenti, per stimolare un dibattito costruttivo con i ragazzi che porti alla risoluzione di tutti quei problemi che da troppo tempo affliggono la scuola", conclude il presidente ANP.

Scuole romane in piazza oggi 17 dicembre

Ma, quasi in concomitanza con le dichiarazioni del rappresentante dei presidi, gli studenti romani sono scesi in piazza anche oggi. Il comitato “Scuole romane in lotta”, in un comunicato, fa sapere che “è arrivato il tempo del riscatto”. Nella nota si legge chesu 191,5 miliardi soltanto 19,4 andranno alla scuola e saranno spesi senza alcun confronto con gli studenti, nella direzione di una sempre maggior aziendalizzazione del sistema d’istruzione”. E rispetto al “moltiplicarsi di crolli, infiltrazioni e malfunzionamentigli studenti ritengono insufficienti i fondi stanziati dal PNRR. L'accusa è inoltre rivolta alle riforme degli ultimi anni, che hanno trasformato la scuola in un “luogo inospitale” che non tiene conto delle esigenze degli studenti.