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professore non potrà più insegnareIn una scuola superiore di Milano, un professore ha intrattenuto per diversi mesi, tra ottobre del 2016 e marzo del 2017, una relazione con una sua studentessa.

La vicenda, quando poi è saltata fuori, ha richiesto l’intervento del Tribunale, il quale si è espresso in merito poche ore fa: il docente in questione si è visto confermare la destituzione dal servizio, in quanto, secondo i giudici, l'uomo “è venuto meno ai suoi doveri” di insegnante.

Docente destituito dal servizio in seguito a relazione con una sua studentessa

In Tribunale, poi in Corte d’Appello, e infine in Cassazione, l’insegnante non ha mai provato a negare i fatti, riporta Il Corriere della Sera, ma ha provato a difendersi affermando che l’alunna al tempo era già maggiorenne e che la madre della studentessa era consapevole che sua figlia avesse una storia con un suo professore.

Il docente ha quindi argomentato anche spiegando che tutto è “scaturito da un iniziale interessamento” della ragazza, e che quindi lei fosse pienamente consenziente. Ma alla difesa non è bastato, e il giudice non si è espresso a suo favore.

E quindi, nell’ultimo grado di giudizio il Tribunale si è espresso con una sentenza definitiva confermando in primis la destituzione dal servizio, e poi con una sanzione accessoria: il docente non potrà avere in futuro alcun accesso al mondo della scuola, in nessuna posizione, né a qualsiasi altra forma di pubblico impiego.

Il professore perde la causa e non potrà più insegnare

In realtà, dopo l'emergere della vicenda, era stato il Ministero dell’Istruzione a sancire un provvedimento disciplinare nel maggio del 2018 che prevedeva per l’uomo l’allontanamento perpetuo dall’insegnamento, ma non vi era stata nessuna denuncia poiché la studentessa in questione era di fatto maggiorenne.

A voler passare per il Tribunale è stato quindi l’ex docente stesso, intenzionato a far ricorso contro la destituzione prevista dal Dicastero dell’Istruzione. L’iter processuale si è però concluso con la sconfitta del prof, in quanto i giudici hanno riconosciuto che “il disvalore delle condotte emergeva in tutta la sua gravità considerando, da un lato, il ruolo di responsabilità e la funzione educativa assegnati al docente e, dall’altro, il fatto che gli studenti a lui affidati attraversavano un’età obiettivamente critica sotto il profilo dello sviluppo della personalità e delle modalità di interazione sociale”. In pratica, il giudice ha contestato al docente la sua funzione di guida e di educatore nei confronti degli studenti, studenti che quindi erano affidati e si dovevano fidare di lui in un’età particolare come quella dell’adolescenza.

In seconda battuta, i giudici hanno anche respinto la linea difensiva del docente che provava a sostenere che i fatti dovessero essere inquadrati e giudicati secondo gli articoli del contratto di lavoro pubblico. E che quindi in materia di sanzioni disciplinari era prevista sì la sospensione, ma con il rientro a scuola con mansioni diverse dall’insegnamento.

La sentenza non ha però riconosciuto neanche questa obiezione, ritenendo la relazione con la studentessa “una grave violazione dei doveri inerenti alla funzione educativa”, il cui giudizio più critico è contenuto nelle motivazioni della sentenza di Appello, che ha sottolineato come instaurare una relazione sentimentale e sessuale con un’alunna significava venir meno in modo radicale ai doveri e alle responsabilità del ruolo del professore. E inoltre tale debolezza ha quindi svelato l’incapacità da parte del docente di distinguere la sfera privata e sentimentale da quella professionale e etica, il che ha trasformato il docente non in un adulto, come sarebbe consono, ma in un coetaneo dei suoi alunni.

Data pubblicazione 24 Ottobre 2022, Ore 14:01
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