6' di lettura 6' di lettura
Taranto, preside picchiato dai genitori di un'alunnaLa mattina del 31 gennaio, i genitori di un’alunna di 3 anni hanno riempito di botte Marco Cesario, dirigente scolastico di un istituto comprensivo di Taranto. Lo hanno immobilizzato e, dopo averlo scaraventato a terra, lo hanno colpito con calci e pugni.
E tutto questo perché un’insegnante aveva chiamato la madre della bimba per cambiarle la biancheria.

Fonte foto: Corriere del Mezzogiorno

Quando è arrivata a scuola, la signora era nervosa, e ha cominciato a discutere con l’insegnante. Dopo poco è arrivato anche il padre della bimba, che senza spendere tante parole ha aggredito il dirigente scolastico.

Il preside: “Avevo il maglione strappato tanta è stata la violenza dell’uomo”

Il preside Marco Cesario, come riporta il ‘Corriere della Sera’, racconta in questo modo l’accaduto: “Una docente aveva chiamato, secondo il regolamento, la mamma di questa bimba di tre anni per cambiarle la biancheria. La signora s’è presentata già in preda al nervosismo perché stufa di essere chiamata ripetutamente per questa incombenza. Quindi è seguita una discussione accesa in cui il preside invitava ad abbassare i toni. Passati pochi minuti si è presentato il padre della piccola che ha raggiunto la presidenza aggredendo il dirigente: L’uomo mi ha afferrato e sbattuto a terra colpendomi con calci e pugni. Mentre ero a terra anche la signora ha tentato di darmi un calcio e ha gridato ‘ora chiamali i carabinieri’. Sono scappato. Avevo il maglione strappato tanta è stata la violenza dell’uomo. La vice preside ha cercato di fermarli e s’è presa anche lei qualche colpo”.

Sono parole di grande amarezza quelle di Cesario: “Non ci sono freni inibitori, ormai il livello di degrado della scuola aumenta sempre di più e parallelamente anche la violenza. Non c’è un limite. Come riportato dal ‘Corriere del Mezzogiorno’, il preside è stato portato all’ospedale, dove è stato sottoposto alle cure dei sanitari a causa delle ferite riportate, al volto e alla mano. La prognosi è di sette giorni. Il dirigente scolastico non si è voltato dall’altra parte, ma ha sporto denuncia ai Carabinieri, accorsi a scuola dopo che si è verificato l’accaduto.

I colleghi: “Ci sentiamo abbandonati, sminuiti nel nostro ruolo e soprattutto indifesi”

I colleghi del dirigente scolastico hanno fatto sentire la loro vicinanza e si sono espressi attraverso una nota, anche questa dal tono amaro: Ci sentiamo abbandonati, sminuiti nel nostro ruolo e soprattutto indifesi. Chiediamo che le istituzioni, a tutti i livelli, aprano una seria riflessione atta a ripristinare la centralità della funzione sociale della scuola”. E poi lo sdegno e la preoccupazione: Quanto accaduto è inaccettabile.

Sindacato DirigentiScuola: “Chiederemo la sorveglianza davanti alle scuole”

Anche il sindacato DirigentiScuola, fa sapere il ‘Corriere del Mezzogiorno’, è intervenuto sulla questione esprimendo prima di tutto “sconforto”. Per la giornata del 6 febbraio, è in programma un incontro con il direttore generale dell'Ufficio scolastico della Puglia, non soltanto per far sentire lo sdegno di un’intera categoria sempre più soggetta a fenomeni di questo tipo, “ma anche per avanzare proposte immediate per porre un freno ai continui attacchi al cuore del sistema”. Così il responsabile del sindacato Attilio Fratta: Anche se è una brutta idea chiederemo la sorveglianza davanti alle scuole. Un rimedio estremo, che però arriva in risposta di una situazione che appare sempre più problematica e ingestibile.

Il sindaco di Taranto: “Nessun conflitto, per quanto acceso, può giustificare un gesto così deprecabile”

E poi il sindaco di Taranto, Rinaldo Melucci, insieme all’intera amministrazione comunale ha commentato la vicenda dichiarando la vicinanza alla vittima di un episodio che definire deprecabile potrebbe risultare sin troppo riduttivo. Nessuna ragione, nessuna disputa, nessuna divergenza può giustificare un gesto di violenza come quello subito dal dirigente. Il nostro pensiero va a lui, vittima di un atto di aggressione ingiustificabile da parte del genitore di uno studente. La scuola è un luogo sacro, un luogo di apprendimento, crescita e rispetto reciproco. Nessun conflitto, per quanto acceso, può giustificare un gesto così deprecabile, che non solo viola i valori fondamentali della convivenza civile, ma mina anche il clima di sicurezza e serenità all'interno delle nostre istituzioni educative”.