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Studentessa stupita

Dalla professoressa che insegnava il creazionismo e parlava dei giganti della Bibbia, agli insegnanti di matematica che anziché far di conto collezionavano segnalazioni per comportamenti inappropriati o semplicemente assurdi. Dopo il caso della docente del liceo romano che avrebbe insultato le sue studentesse, scatenando un’ondata di proteste e testimonianze raccolte da Skuola.net, la rete si è animata di racconti tanto incredibili quanto reali.

A quanto pare, il tema degli insegnanti inadeguati è tutt’altro che isolato. E non si tratta solo di modi bruschi o parole fuori luogo: in molti casi, secondo gli studenti, il problema è proprio la qualità dell’insegnamento, l’approccio alla materia, o – peggio ancora – comportamenti al limite del grottesco.

Dopo i racconti sui prof bulli, abbiamo deciso di raccogliere tre testimonianze emblematiche che ci riportano dentro le aule scolastiche italiane, dove, purtroppo, a volte si combatte più per difendere il diritto allo studio che per passare un’interrogazione. Se pensate che la scuola sia sempre un luogo sicuro e serio, preparatevi a cambiare idea.

Indice

  1. Quando la scienza diventa… fede: “L’evoluzione non esiste, ma Golia sì”
  2. La rivolta della 3D: quando gli studenti vincono sull’incompetenza
  3. Emorroidi e vermi solitari: le (non) lezioni di matematica negli anni ’90

Quando la scienza diventa… fede: “L’evoluzione non esiste, ma Golia sì”

Tra i commenti più sconcertanti spicca quello di una studentessa che racconta l’incredibile vicenda vissuta nella sua classe di scienze. La docente in questione, a quanto pare molto religiosa, avrebbe completamente ribaltato il programma scolastico, mostrando video negazionisti sull’evoluzione e promuovendo teorie bibliche come verità scientifiche.

Tra le perle, l’idea che “i giganti esistevano, perché nella Bibbia c’è Golia”, fino a sfiorare il mistico: “Pare che in un’altra classe abbia persino organizzato un battesimo in aula”. Il finale? L’insegnante sarebbe stata trasferita in un altro istituto, ma – come ironizza la testimone – solo per “fare danni altrove”.

Un caso limite, che un po’ fa sorridere e po’ fa storcere il naso. E che, soprattutto, solleva una domanda dalla difficile risposta: dove finisce la libertà d’insegnamento e dove comincia il dovere di rispettare il programma scolastico?

La rivolta della 3D: quando gli studenti vincono sull’incompetenza

Un altro racconto, questa volta ambientato in un liceo scientifico, parla di una vera e propria battaglia contro l’incompetenza. Il bersaglio? Un prof di matematica descritto come del tutto inadeguato, ma molto attivo nel mettere insufficienze a raffica, spesso senza motivo. “Non solo non spiegava, ma piazzava 3 e 4 senza ragione. I genitori erano esausti, i professori davano ragione a noi”. Ma il preside liquidava la situazione limitandosi a dire: “Non posso farci nulla”.

Eppure, la 3D non si è data per vinta. Una notte, racconta chi c’era, “passammo le ore a cercare una soluzione”, e alla fine spunta una possibilità: “Se il docente viene reputato incapace di adempiere al suo ruolo può essere spostato di mansione”. Da lì parte un mese di calvario strategico, tra segnalazioni, documentazioni e pressioni. Poi, una mattina d’aprile, l’epilogo da film: “Vediamo entrare una donna bionda con gli occhiali: ‘Sono la supplente di matematica ragazzi, resterò fino a fine anno’. Urliamo tutti di gioia, chi corre ad abbracciarla, chi si mette a piangere”.

Una storia a lieto fine, con tanto di riscatto: “L’anno dopo siamo stati ricevuti dal miglior prof di matematica del mondo e così dritti fino al diploma”. Altro che esercizio con i logaritmi: qui si è trattato di una vera e propria lezione politica-strategica, dai richiami machiavellici.

Emorroidi e vermi solitari: le (non) lezioni di matematica negli anni ’90

Chiudiamo con un racconto che arriva dagli anni ’90, ma che sarebbe tranquillamente potuto uscire da una puntata di “Boris” ambientata tra i banchi. 

A parlare è un ex studente delle scuole medie, che ricorda l’arrivo di un insegnante di matematica che, al posto dei numeri, sembrava avere una predilezione per… l’anatomia: “Ci parlava del suo verme solitario, di come era il suo ano con le emorroidi (con tanto di disegnino a nuvoletta sulla lavagna)”, scrive. Sì, avete letto bene. E pare non fosse neanche il peggio: “E cose anche più esplicite”, aggiunge l’ex studente con un’ellissi dal sapore inquietante.

La classe e i genitori hanno tentato di far sentire la loro voce, ma anche in questo caso il sistema scolastico ha semplicemente alzato le spalle: “Il preside disse che tanto non era possibile rimuoverla dall'incarico”. 

Il risultato? Una classe di ragazzini lasciati allo sbando, senza matematica ma con un sacco di informazioni non richieste. “Inutile dire che rimanemmo indietro in matematica”, chiude il commento. Ma c’è da scommettere che certe immagini disegnate sulla lavagna non le hanno più dimenticate. Almeno possono contare su un ricordo su cui farsi due risate alle rimpatriate di classe.

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