
Insulti, umiliazioni e un silenzio che dura da troppo tempo. Gli studenti di un liceo di Roma hanno deciso di dire basta e di far sentire la loro voce contro una docente, accusata di bullismo verso i propri alunni, in particolare se ragazze.
Dopo mesi di segnalazioni ignorate, hanno perciò organizzato uno sciopero con presidio davanti alla scuola e realizzato un video denuncia per raccontare il loro disagio.
"Siamo stati costretti a organizzare un picchetto per portare all'attenzione generale un problema noto a tutta la comunità scolastica, ma fino a oggi affrontato con colpevole inerzia", scrivono gli studenti in un post sui social.Le accuse sono pesanti: offese sul corpo e sul modo di vestire, giudizi sul peso, commenti inaccettabili rivolti a ragazze minorenni. La scuola, secondo gli alunni, era a conoscenza del problema, ma nulla è cambiato.
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Le testimonianze delle studentesse
Nel video pubblicato dagli studenti, riporta ‘Ansa’, tre ragazze minorenni con il volto oscurato raccontano cosa hanno vissuto in classe: "A me ha dato dell'anoressica, mi stavo mangiando un cubetto di cioccolata e mi ha detto che mangio sempre in classe perché a casa non mangio", dice una studentessa.
Un'altra aggiunge: "Mi ha detto che non ho il fisico per le magliette corte".
Un terzo racconto riguarda un’altra osservazione fuori luogo: "Nonostante fossi di un'altra classe, mi ha fermato nel corridoio mentre ero abbracciata con un mio amico e mi ha dato della poco di buono".
Le ragazze spiegano di aver provato a parlare con la professoressa, insieme a genitori e altri docenti, ma senza alcun risultato. "Abbiamo provato ad avere un confronto con lei, sia genitori che prof che alunni, ma non è cambiata e non penso cambierà. Non credo si possa fare qualcosa", affermano con amarezza.
L’intervento inefficace della scuola
Secondo gli studenti, il problema è stato segnalato più volte alla dirigenza scolastica e anche altri docenti erano a conoscenza della situazione.
La risposta della scuola? Un provvedimento minimo: affiancare alla professoressa un'altra insegnante con il compito di monitorare il suo comportamento. Ma gli studenti denunciano che questa misura si è rivelata del tutto inefficace.
"Il problema è stato lasciato crescere, consolidando di fatto un tacito assenso verso questi comportamenti inaccettabili", scrivono i ragazzi nella loro denuncia.
L’Ufficio scolastico regionale: “Massima attenzione sul caso”
Dopo la protesta, il caso ha attirato l’attenzione dell’Ufficio scolastico regionale del Lazio, che ha dichiarato di seguire la vicenda da vicino.
"Desideriamo esprimere la nostra più profonda attenzione verso la questione che ci sta particolarmente a cuore perché rappresenta un pilastro dei nostri valori e delle nostre priorità operative", ha dichiarato il direttore generale Anna Paola Sabatini.
E ha aggiunto: "È precipuo per la nostra amministrazione assicurare che ogni situazione sia gestita con il massimo rispetto al fine di tutelare tutte le parti coinvolte. I nostri uffici competenti stanno seguendo con scrupolosa attenzione gli sviluppi della vicenda, con l'obiettivo di garantire una tutela adeguata".
Ora resta da vedere se alle parole seguiranno azioni concrete.