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Preside dorme a scuola per evitare l'occupazione articolo

Una vicenda quantomeno curiosa quella che è andata in scena in un Liceo Artistico di Milano, dove una preside ha sventato l’occupazione ricorrendo a uno stratagemma insolito. 

 

 

La dirigente scolastica, infatti, era consapevole del fermento diffuso tra gli studenti milanesi, tra cui quelli della sua scuola.

E allora, come fa sapere ‘La Repubblica’, tra domenica e lunedì ha pensato bene di passare la notte nell’istituto. 

 

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Gli studenti annunciano l’occupazione ma la scuola ribatte: “Le lezioni si stanno svolgendo regolarmente”

Gli alunni sono entrati di nascosto e si sono trovati di fronte a qualcosa di totalmente inaspettato. Anzi, di fronte a qualcuno. Ad attenderli c’era infatti la preside, che aveva deciso di dormire a scuola proprio con lo scopo di spegnere sul nascere la sommossa studentesca

 

Lunedì mattina, in realtà, l’occupazione era stata comunque annunciata via social con tanto di comunicato e motivazioni. La protesta, come spiegavano gli studenti, non è “un attacco personale alla dirigenza”, ma una “presa di posizione contro questo sistema che ci insegna a chiudere gli occhi davanti ad ogni tipo di ingiustizia”. Il post è circolato per diverse ore, condiviso e commentato. Eppure, intanto, la maggior parte degli studenti era in classe a svolgere regolarmente lezione

 

A fare chiarezza, come spiega ‘La Repubblica’, è la scuola stessa attraverso una comunicazione inviata alle famiglie in mattinata:La scuola non è occupata, le lezioni si stanno svolgendo regolarmente. Dispiace che ci sia qualcuno che trovi democratico e civile disturbare con canti e urla al megafono il lavoro altrui”. E, a seguire, l’annuncio di un incontro, alle 12, tra i rappresentanti degli studenti, il Collettivo e la preside.

 

Il botta e risposta tra la scuola e il Collettivo

Nel pomeriggio è poi arrivata un’ulteriore comunicazione dal profilo Instagram della scuola: “Noi non occupiamo, noi ci occupiamo! Ci occupiamo del passato (facciamo memoria), del presente (riflettiamo) e del futuro (progettiamo)”. Nella didascalia: Una comunità che dialoga, anche in toni accesi, non ha bisogno di occupare.


La risposta del Collettivo non si è fatta attendere. Scrivono gli studenti: “Abbiamo provato a occupare la nostra scuola perché vogliamo che non sia un luogo di ansia e paura, ma uno spazio di felicità e socialità”. E ancora: “Vogliamo una scuola che ci prepari ad affrontare la vita, e se non lo fa allora dobbiamo prenderla nelle nostre mani. Abbandonare le lezioni e le verifiche per avere il tempo di imparare ciò di cui abbiamo veramente bisogno e che la scuola non ci dà la possibilità di imparare, come ad esempio l’educazione sessuale”. Concludono gli studenti: “Non volevamo occupare contro la preside o i prof ma non ci sentiamo ascoltati. Non è possibile che in ogni occasione di confronto veniamo zittiti o non veniamo ascoltati”.