
Al liceo 'Parini' di Milano si sta consumando un vero e proprio braccio di ferro tra il preside e gli studenti. Al centro della contesa l'occupazione studentesca in atto.
Secondo il dirigente scolastico – raggiunto dai microfoni de 'La Repubblica'- il presidio degli studenti sarebbe un “gesto fascista”, ma nonostante la contrarietà ha comunque trovato una sorta di compromesso con gli alunni occupanti.
E riguardo le sanzioni ha rivelato che molto dipenderà dall'atteggiamento degli scolari.Leggi anche:
Il compromesso con gli studenti
Nelle due settimane precedenti l'istituto era stato in cogestione. Evidentemente, però, agli studenti non è bastata: “Ribadisco che il picchetto è un gesto fascista, perché antidemocratico: una minoranza impedisce alla maggioranza di godere un diritto, nello specifico quello di seguire le lezioni. So di aver usato frasi forti, forse ha influito la concitazione del momento, ma mi sentivo in dovere di esprimere un giudizio netto soprattutto per gli insegnanti e gli studenti contrari all’occupazione che assistevano impotenti. E anche la delusione ha avuto un ruolo” ha affermato il preside del liceo 'Parini'.
Il dirigente spiega di aver chiamato le forze dell'ordine ma solo per “identificare gli esterni.non intendo lasciarle entrare per sgomberare l’istituto”. Nonostante sia fermamente contrario all'iniziativa studetesca, il docente ha comunque scelto di seguire la strada del compromesso: “Oggi (ieri, ndr) l’abbiamo trovata con la mediazione. Abbiamo un accordo e voglio dare fiducia ai ragazzi: hanno accettato di rimanere al piano terra, di non far entrare estranei e di consegnare un elenco di chi resta per la notte”.
Dal canto suo il preside ha spiegato di stazionare nel proprio ufficio, vigilando sul loro operato. E riguardo le sanzioni è stato molto chiaro: “Se gli studenti non faranno entrare esterni e non porteranno droghe, no. Se ci saranno danni indagheremo per risalire ai responsabili. Generalizzare non è mai positivo, al contrario lavorare sulla responsabilità personale ha un grande valore educativo. E tutto ciò che si fa a scuola deve averlo: al centro ci sono sempre le persone, studenti e insegnanti, e i rapporti tra loro”.