
La circolare della preside è arrivata venerdì, via e-mail, ed è stata pubblicata anche sul sito della scuola. Una quota di 39,60 euro pro capite da saldare entro e non oltre il 15 febbraio 2023.
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Occupazione Mamiani: i danni verranno pagati dai genitori
A pagare i danni saranno dunque i genitori dei 242 studenti che hanno subito sanzioni disciplinari per atti vandalici a seguito dell’occupazione di novembre.
Tiziana Sallusti, preside del liceo classico sito in viale delle Milizie, ha comunicato la decisione tramite una circolare mandata via e-mail, come fa sapere Il Messaggero. "Come sapete, dall’8 al 18 novembre 2022, un gruppo di studenti ha promosso e materialmente partecipato all'occupazione della nostra Scuola.
Al rientro, dopo 10 giorni, all'interno dell'edificio scolastico si è purtroppo dovuto constatare che erano stati arrecati vari danni, verificati con gli stessi studenti/esse occupanti e con alcuni genitori, il cui ammontare è di € 9.580,50" si legge nella circolare.“La quota pro capite per ripianare i danni da pagare improrogabilmente entro il 15 febbraio 2023”. Aggiunge: “Confidiamo nella consueta serietà dimostrata negli anni passati”.
Sallusti ha rimarcato, nella circolare, come “la Scuola non sia solo un edificio pubblico, ma un luogo di lavoro e di ‘vita’ per tutte le componenti che fanno parte della comunità scolastica, in primo luogo gli studenti e le studentesse, ma non solo, e rappresenta una ‘casa’ la cui integrità, funzionale ai suoi scopi, deve essere garantita e ripristinata”.
La preside del Mamiani, storico liceo Classico di Roma, fa quindi appello sul senso di responsabilità dei genitori chiamati in causa. Anche perché l’occupazione di oltre 10 giorni, avvenuta dall’8 al 18 novembre 2022, ha recato diversi danni importanti alla scuola.
10mila euro di danni: chi rompe paga
Danni importanti, come dicevamo, che ammonterebbero a quasi 10mila euro.Ma di cosa parliamo nello specifico? Di un po’ di tutto, in verità. Secondo la stampa si parlerebbe di pareti dei corridoi imbrattate con vernice spray, un armadio scardinato, attrezzature sportive ormai inutilizzabili, dispositivi elettronici gettati a terra, il pc della palestra compromesso. Ma la lista non finisce qui. Anche gli armadietti dei professori non se la sono passata bene, così come gli scarichi dei bagni e i lavandini occlusi, per non parlare delle serrature delle porte forzate e le bacheche in legno e vetro rovinate. Un’occupazione che ha dato il peggio con una serie di danni che ora peseranno sulle tasche dei genitori degli alunni.
Chi rompe paga, insomma. Nulla di così strano, alla fine dei conti. “Lo abbiamo sempre fatto”, spiega la dirigente Tiziana Sallusti, “i ragazzi ne sono perfettamente consapevoli, chi occupa e lo fa in questo modo, danneggiando ambienti e dotazioni va incontro a delle conseguenze”.