
Le parole del ministro sono state come delle scintille lanciate su un cumulo di paglia.
E subito è scoppiata una grande polemica. Molte critiche e molte parole di sdegno da direzioni diverse. Alla fine è arrivata la replica di Sangiuliano.
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Dante fondatore del pensiero di destra
“Il fondatore del pensiero di destra in Italia è stato Dante Alighieri: la destra ha cultura, deve solo affermarla”, ha dichiarato Sangiuliano, come riportato da Ansa. “Quella visione dell'umano della persona la troviamo in Dante, ma anche la sua costruzione politica credo siano profondamente di destra”.E ancora: “Io ritengo che non non dobbiamo sostituire l'egemonia culturale della sinistra , quella gramsciana, a un'altra egemonia, quella della destra. Dobbiamo liberare la cultura che è tale solo se è libera, se è dialettica”.
È successo durante un’intervista alla festa milanese di Fratelli d’Italia. Il ministro della Cultura ha quindi cercato di portare il Sommo Poeta dalla sua, ponendolo come punto di origine della cultura di destra. Una mossa azzardata o consapevole e studiata a tavolino?
Augias: “Il ministro ha detto una cosa senza senso”
Naturalmente la dichiarazione del ministro della Cultura non è passata inosservata. Anzi, tutto il contrario. Ha subito acceso il dibattito attirando critiche da diverse parti.“Il Ministro Sangiuliano lasci stare almeno Dante”, ha affermato Irene Manzi, capogruppo Pd in commissione cultura. “Capiamo che è un’ottima fonte di pubblicità e che al Ministro piace pronunciare parole in libertà, ma non scomodiamo il padre della lingua italiana per analisi risibili e caricaturali. [...]Se non fosse un momento drammatico per il Paese ci sarebbe da ridere”.
Come poi riporta Orizzontescuola, non solo dalla politica sono arrivate le frecciatine. “Il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, ha detto una cosa senza senso”, ha dichiarato Corrado Augias. “I concetti di destra e sinistra nascono con la Rivoluzione francese, alla fine del Settecento. Mentre Dante, come il ministro sa bene, è vissuto alcuni secoli prima. Tirarlo in ballo, in questo modo, è quanto di più sbagliato si possa fare”.
E conclude: “Dante era un personaggio politico, ma ragionava nei termini della cultura politica a lui propria, su cui aveva grande peso la filosofia scolastica, le lotte tra Papato e Impero, la corruzione della Chiesa. Dante è inclassificabile sulla base delle categorie tra sinistra e destra”.
La replica di Sangiuliano
Dopo le molte critiche e il gran polverone sollevato, Sangiuliano ha replicato con una lettera al Corriere della Sera. Il ministro scrive che la sua dichiarazione era una provocazione, con però alle spalle un fondamento: “Si rintraccia nel monumentale volume ‘Croce e Gentile’ edito dall’Istituto della Enciclopedia Italiana. Nel capitolo ‘Il Dante di Croce e Gentile’ si legge il richiamo del professor Enrico Ghidetti al Dante ‘epicentro ideologico della trattazione del principio di nazionalità’”. Sangiuliano cita poi Augusto Del Noce, che vedeva l’autore della Divina Commedia come simbolo dell’unità spirituale della Nazione. E cita anche Marcello Veneziani, che parlava di Dante come della “fonte principale e più alta della nostra identità”.Conclude: “l’analisi di un pensiero così denso e profondo come quello del Sommo Poeta, a cui i dantisti hanno dedicato anni di studi, non può esaurirsi nello spazio di uno scritto e tantomeno di una battuta. E nessuno pensa, sottoscritto compreso, che la sua opera e le sue idee possano essere trasposte, sic et simpliciter, al mondo contemporaneo. Ma se la provocazione che ho fatto è servita a far riprendere a qualcuno in mano i libri di Dante Alighieri, posto che lo abbiano mai fatto, è già un buon risultato”.