
In un istituto tecnico commerciale di Pisa, la ribellione studentesca ha lasciato il segno in un modo decisamente negativo. Dopo il mancato successo dell’occupazione, come riporta ‘Ansa’, le aule sono diventate teatro di gravi atti vandalici.
Scritte sui muri, banchi accatastati, macchinette dei distributori saccheggiate: le immagini raccontano una devastazione che non è solo materiale, ma che colpisce anche il senso di comunità di chi vive quegli spazi.
La preside, furiosa e amareggiata, ha già avvisato i genitori dei responsabili e promesso sanzioni esemplari.
La preside: “È una distruzione totale, un vero dramma”
La dirigente scolastica non ha nascosto la sua amarezza.
Le sue parole descrivono una scena da incubo: “Scala storica distrutta, l’antica macchina da scrivere nell’atrio e lì da oltre 50 anni disintegrata, uffici di presidenza e vicepresidenza devastati, scritte offensive contro i professori sui muri e scarabocchi dappertutto, banchi e sedie accatastati, armadietti rotti e macchinette dei distributori spaccate e saccheggiate di merendine e monete”.
Ha concluso: “È una distruzione totale, un vero dramma”.Identificati alcuni responsabili: “Prenderemo serissimi provvedimenti disciplinari”
“Sono danni veramente ingenti”, ha aggiunto la preside. “La scuola sembra un campo di battaglia, devastata da una guerriglia assolutamente indecente. Ci siamo già attivati per contattare le imprese di pulizie, poi ragioneremo sulla ricostruzione”.
Intanto, fa sapere la dirigente, tramite alcuni video sono stati riconosciuti gli artefici dei danneggiamenti. Del gruppo di vandali, anche degli studenti della stessa scuola. “Ho già avvisato i loro genitori”, ha spiegato la preside. “Ovviamente sporgeremo anche denuncia ai carabinieri e prenderemo serissimi provvedimenti disciplinari. Azioni di questo genere sono inaccettabili”.
La scuola, in altre parole, non intende assolutamente lasciar passare inosservato quanto accaduto.
Ministro Valditara: “Chi rompe deve pagare”
Non sono passati molti giorni da quando il Ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, si era espresso in merito alle occupazioni del periodo.
Su X, aveva scritto: “Ridurre in queste condizioni una scuola non è lotta politica, è teppismo, a danno degli studenti e dei cittadini. Chi rompe deve pagare”