
L'iniziativa – andata in scena già lo scorso anno – nasce dalla volontà dei ragazzi di combattere gli stereotipi sul corpo femminile, ma anche dall'accesa convinzione di dire basta alla mascolinità “tossica”. Una manifestazione mal digerita dalla preside dell'istituto che tuttavia non ha posto divieti.
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Studenti in gonna, la preside in disaccordo ma non pone divieti
“Non posso imporre loro di venire vestiti in un modo o nell’altro. L’importante è che ragionino e che si continui a fare scuola”, ha detto la preside Rosalia Caterina Natalizi Baldi al "Fatto.it". La dirigente anzi era all'oscuro dell'iniziativa: ”L’ho scoperta stamattina quando mi hanno detto che davanti ai cancelli c’erano dei giornalisti. Non sapevo che avessero anche quest’anno organizzato questa manifestazione”. Dal canto loro, i ragazzi, spiegano le loro ragioni sui social: “Vogliamo far sentire la nostra voce da un lato contro gli stereotipi sul corpo femminile, ma anche rispetto a quelli relativi al modo di vivere la mascolinità. Per le ragazze, perché non è detto che indossando una gonna vogliano far esibire il loro corpo e attirare l’attenzione. Vogliamo opporci al maschilismo tossico che vuole l’uomo per forza macho, forte e aggressivo. Al contrario, anche il maschile deve potersi esprimere con le proprie emozioni, fragilità e debolezze”.Così nella mattinata di ieri i ragazzi hanno preso in prestito dalle compagne le gonne per la protesta: qualcuno ha scelto di uscire di casa già vestito, qualcun altro si è cambiato davanti al cancello della scuola. La preside, pur disapprovando il gesto, non si è opposta ma ha cercato di far ragionare gli studenti: ”Disapprovo totalmente questa manifestazione che è una libera iniziativa di qualche ragazzo e non certo della scuola. Vorrei che comprendessero che con la parola e con i comportamenti quotidiani si ottiene molto di più che con azioni plateali come questa. Che senso ha andare in classe con una gonna?”. Nel frattempo gli organizzatori hanno affiancato all'iniziativa lezioni di autodifesa per studenti e studentesse attraverso il “Krav Manga” la disciplina di combattimento dell’esercito israeliano.