Marcello G.
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maturità 2021 nuovo ministro

L'assetto rimane quello già rodato nell'ultimo anno e mezzo, i nomi cambiano. Mario Draghi ha scelto chi dovrà occuparsi di scuola, università, ricerca, formazione all'interno del suo governo. Temi che, si è visto durante le consultazioni, stanno molto a cuore al nuovo presidente del Consiglio.

Proprio in considerazione di ciò ha puntato su due 'tecnici'; personalità di punta del mondo accademico e che ben conoscono, se non altro indirettamente, la macchina di Viale Trastevere. All'Istruzione andrà Patrizio Bianchi, al ministero dell'Università e della Ricerca siederà Maria Cristina Messa. Confermato, dunque, lo sdoppiamento voluto da Giuseppe Conte per il suo secondo governo (quello a maggioranza M5S-Pd-LeU-Italia Viva). Ma chi sono i due nuovi ministri? Conosciamoli meglio.

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Chi è Patrizio Bianchi, nuovo ministro dell’Istruzione

Economista, accademico, con una lunga esperienza politica e in prima linea per studiare la ripartenza della scuola dopo la prima fase della pandemia. Anche se alla maggior parte delle persone dirà poco o nulla, il nome di Patrizio Bianchi è ben noto agli addetti ai lavori. Classe 1952, dalla metà degli anni '80 è professore universitario di Economia: dall'86 al '97 insegna Economia Politica a Bologna, nel '97 passa all'università di Ferrara (dove insegna tutt'ora Economia e Politica industriale) contribuendo alla fondazione della facoltà di Economia dell'ateneo, diventandone anche rettore (nel 2004). Incarico che lascerà nel 2010 per ricoprire (fino al 2020) quello di assessore all'Istruzione della regione Emilia-Romagna. Nel suo curriculum compaiono anche un periodo di studio alla London School of Economics, docenze nelle università di Trento e Udine, la presidenza Fondazione della Conferenza dei rettori delle università italiane.

Come potrebbe essere la scuola di Bianchi

Il suo ultimo impegno 'istituzionale' è di quelli davvero sfidanti: guidare la task force, nominata a metà dell'anno scorso dalla ministra uscente Azzolina, che ha dato supporto al Ministero per la ripartenza della scuola in presenza. Sul tema ha anche scritto un testo - "Nello specchio della scuola" - in cui sostiene “Non possiamo accontentarci di tornare alla situazione precedente, ma diviene ormai indifferibile avviare una vera fase costituente per la scuola, per aprire una nuova stagione in cui la scuola torni a essere, o meglio divenga, il motore di una crescita di un paese che da troppo tempo è bloccato”. Mettendo a sistema questa frase con la sua specializzazione nelle politiche industriali è facile prevedere che con lui, la scuola italiana punterà in maniera decisa sulla formazione e sull'apertura al mondo del lavoro.

Maria Cristina Messa, chi è la nuova ministra dell’Università

Anche il nome della nuova ministra dell'Università è forse sconosciuto ai più. Si tratta di un'altra accademica: è la professoressa Maria Cristina Messa, fino al 2019 rettrice dell'Università Bicocca di Milano (prima donna in un ateneo milanese e quarta di sempre in Italia). Dieci anni più giovane del suo 'collega' Bianchi, si è laureata in Medicina e Chirurgia alla 'Statale' di Milano, specializzandosi poi in Medicina Nucleare. Una vita, la sua, dedicata alla ricerca soprattutto nel campo della radiologia e della diagnostica per immagini, ad esempio presso l'Università San Raffaele di Milano. Dopo un lungo periodo di studio all'estero - tra Stati Uniti e Inghilterra - è tornata in patria diventando (nel 2001) professoressa associata alla Bicocca.

Una vita per la ricerca

Senza dimenticare l'attività 'clinica': dal 2005 al 2012 è stata direttrice dell’unità operativa complessa di medicina nucleare presso l’Ospedale San Gerardo di Monza. Anche lei, dunque, una ministra 'tecnica', ben consapevole delle criticità con cui oggi si deve confrontare il mondo dell'università e della ricerca grazie alla più che trentennale esperienza 'sul campo'. Ha al suo attivo circa 200 pubblicazioni scientifiche su riviste nazionali e internazionali. Dal 2013 è delegata italiana MIUR nel programma Horizon 2020 ma ha avuto anche diversi ruoli a livello europeo. Nel 2014 ha ricevuto il premio Marisa Bellisario ‘Donne Ad Alta quota’, rivolto alle donne che si distinguono nei campi del management, delle scienze, dell'economia e delle attività sociali, sia a livello nazionale che internazionale.
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