
Protagonista della mobilitazione è stato il concetto di “merito”, molto dibattuto negli ultimi giorni in seguito alla nuova denominazione del Ministero guidato da Giuseppe Valditara. Gli studenti ritengono il merito ”l’opposto della scuola pubblica e democratica”, e lanciano accuse al Ministro Valditara. Non solo, nel mirino degli studenti sono finiti anche altri ministri del Governo Meloni. La protesta, che ha coinvolto la Rete degli Studenti e Unione degli Universitari, si è svolta infatti con un flash-mob che ha visto l'utilizzo di maschere raffiguranti i volti di Meloni, Bernini, Pontedosi, Roccella, Bernini e Salvini.
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Studenti contro i Ministri del Governo Meloni
La protesta, svoltasi nella mattinata di oggi, è stata l'occasione per gli studenti di rilanciare la grande mobilitazione studentesca nazionale prevista per il prossimo 18 novembre. Il flash-mob ha visto gli studenti impersonare con delle maschere i Ministri chiamati in causa. Ogni “ministro” ha tenuto in mano un cartello con su scritto un “merito” della propria carriera. In altre parole, una chiara provocazione da parte degli studenti che in realtà avevano l'intenzione di denunciare l'operato dei ministri. Così al neo Ministro Valditara è stato contestato il “merito” di ”aver tagliato 10 miliardi dal bilancio di scuola e università”, mentre al Ministro Salvini i famigerati ”Decreti Sicurezza”.
La Ministra Roccella è ”una ministra antiabortista”, mentre al Primo Ministro Meloni non viene risparmiato il fatto di ”aver inneggiato a Mussolini”, e così via. In aggiunta, la mobilitazione ha avuto come tema principale il concetto di “merito”, ritenuto dagli studenti ”un sintomo palese di una retorica profondamente sbagliata”. Secondo Rete degli Studenti e Unione degli Universitari non si può parlare di merito se prima non viene garantito a tutti il diritto allo studio: ”Non si deve ragionare di merito quando le condizioni di partenza di chi accede all’istruzione superiore e universitaria non sono le stesse e quando non si lavora per un welfare studentesco realmente funzionante in tutto il Paese. Un concetto, quindi, escludente e contrario all’idea di scuola pubblica democratica” affermano gli studenti.
Giustizia climatica, lavoro, welfare, scuola: studenti nelle piazze il 18 novembre
La giornata di oggi è stata l'occasione anche per rivendicare l'aggressione degli studenti nella facoltà di Scienze Politiche de La Sapienza, da parte delle forze dell'ordine. I sindacati studenteschi hanno quindi rilanciato con forza la manifestazione studentesca nazionale– già annunciata – del prossimo 18 novembre. “Nessun merito per questo Governo”, questo lo slogan della protesta. Gli studenti lanceranno la sfida al nuovo Governo sui tempi più cruciali dell'agenda politica: dalla giustizia climatica, al lavoro sicuro e retribuito, passando anche per il diritto allo studio. ”Una serie di Ministri impresentabili per il loro passato governativo e una serie di intenti dichiarati ci fanno preoccupare. Questo governo legittima una concezione meritocratica dell'istruzione e della società legata ad una visione competitiva e al culto del self-made man in cui tutto dipende esclusivamente dalla propria volontà, non sono concessi errori” scrivono congiuntamente RDS e UDU.Si tratta di una ”narrazione classista e non democratica” perché invece la realtà del Paese è ”teatro di profonde disuguaglianze socio-economiche, non tuttɜ hanno le stesse possibilità e condizioni di partenza, ogni percorso può essere costellato da differenti difficoltà”. I principali temi al centro delle proteste studentesche hanno prodotto un Manifesto degli studenti, firmato da rappresentanti di centrosinistra, Movimento 5 Stelle e Unione popolare ma, scrivono gli studenti, ”nessuno della coalizione che attualmente è al Governo”. Il prossimo 18 novembre gli studenti porteranno nelle piazze le loro ragioni, chiedendo maggiori investimenti su istruzione e università e rivendicando ”una scuola che includa, non che selezioni”.