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scuola studenti in protesta

Direttive sulla quarantena poco chiare, classi in sovraffollamento e incertezze continue hanno costretto gli studenti italiani, nel primo giorno di rientro a scuola post vacanze natalizie, a manifestare contro le scelte fatte dal governo.

Un ritorno tra i banchi non sicuro - accusano le associazioni studentesche - che promettono il perdurare delle proteste se il Ministero non darà ascolto alle loro voci di dissenso.

Studenti in sciopero nel primo giorno di ritorno in classe: "Rientro a singhiozzo e non sicuro"

Studenti stanchi e amareggiati: dopo due anni di pandemia nulla sembra essere migliorato nella scuola.

Al rientro dalle vacanze natalizie i ragazzi sono stati bombardati da notizie contrastati ogni giorno. Il governo ha scelto e pianificato il ritorno in classe, senza dover, da subito, coinvolgere la didattica a distanza che, invece, è apparsa come unica soluzione possibile per alcuni presidenti di regione.

Un contrasto politico che non ha fatto altro che confondere le idee degli studenti che oggi, nel primo giorno di rientro a scuola dopo le vacanze, hanno deciso di scioperare, per opporsi alle voci del governo e chiedendo una risoluzione immediata delle problematiche che la pandemia porta con sé.

"Questa volta a dire basta siamo noi studentesse e studenti del paese - dichiara Luca Redolfi, coordinatore dell’Unione degli Studenti - dopo quasi due anni di pandemia è inaccettabile che la scuola continui a farsi trovare impreparata, il Governo ha delle responsabilità politiche gravi in questo disastroso rientro".

Il problema, secondo le associazioni studentesche, non riguarda solo il ricorso alla Dad: "I trasporti e le nostre aule continuano ad essere sovraffollate, gli edifici scolastici sono inadatti per affrontare la pandemia, gli screening in tanti casi non sono stati fatti e non sono ancora stati programmati, le mascherine FFP2 non sono garantite nelle scuole, il sistema dei tracciamenti è completamente saltato".

Condizioni a cui, dopo ben due anni di pandemia, è assurdo dover ancora far fronte. La conclusione, quindi, non dovrebbe essere la Didattica a distanza, pensata come unica soluzione plausibile di fronte alla condizione sanitaria in corso. Questa, ribadiscono gli studenti "Ha provocato difficoltà di apprendimento, disagio psicologico e dispersione scolastica. Dopo due anni non si può più parlare di emergenza".

Studenti protestano in tutta Italia: "Vogliamo condizioni di sicurezza per rientrare a scuola"

Da Sassari a Napoli, passando per Ascoli e Catanzaro: sono migliaia gli studenti che questa mattina, lunedì 10 gennaio, nel giorno del ritorno in aula dopo le lunghe vacanze di Natale, hanno scelto di scendere in piazza con striscioni per manifestare contro le decisioni prese dal Governo con l'ultimo decreto.

Secondo l'esecutivo, la via principale da perseguire è quella di salvare la didattica in presenza. Scuole aperte a tutti i costi e Dad solo in casi estremi di contagio tra alunni.

Una decisione che non è andata giù ai numerosi studenti che hanno raccontato i disagi vissuti non solo in aula, ma anche durante il tragitto che li porta a scuola.

"Siamo per un ritorno in sicurezza per i vari fattori che sono intorno alla scuola, come il caso dei mezzi di trasporto" - affermano gli studenti del Vittorini di Napoli. Autobus, metro e tram risultano essere i luoghi in cui avviene più facilmente l'azzeramento della distanza interpersonale. Gli assembramenti non possono essere evitati in certe situazioni e questo comporta una drastica di riduzione della sicurezza.

Dalle Marche arriva la richiesta di un controllo più serrato per ciò che concerne tamponi e mascherine: "Noi necessitiamo di uno screening tramite tampone gratuito permettendo così di evitare eventuali ulteriori contagi che potrebbero minare la salute dei più fragili sia nel contesto scolastico che in quello familiare e aggravare ancor di più una situazione già tanto delicata". A gran voce viene espressa anche la necessità di essere dotati giornalmente di sistemi di sicurezza individuali più protettivi, come le mascherini ffp2.

La richiesta finale è quella di essere ricevuti dal Ministro dell'Istruzione per elencare le numerose difficoltà che vengono riscontrate giornalmente dagli studenti. "Chiediamo di essere ricevuti il prima possibile dal Ministro Bianchi, di avere la certezza che si intervenga sui problemi strutturali della scuola, che vengano garantiti tamponi e mascherine FFP2 a tutte le studentesse e gli studenti, che si riattivi il sistema di tracciamento" - conclude il portavoce dell'associazione studentesca.