
In un anno è passato dai banchi alla cattedra, Lorenzo Leone, un ragazzo di Aosta che a soli 19 anni ha bruciato le tappe per diventare insegnante.
Dopo aver conseguito la maturità all'Istituto tecnico Manzetti a luglio 2024, il giovane racconta di aver "sempre amato l’informatica" e che l'indirizzo "Informatica e telecomunicazioni" è stata la "scelta migliore". E da settembre si è ritrovato proprio a insegnare nel suo ex liceo, nel settore di cui è appassionato, prima come supplente e poi, dopo aver vinto il concorso, addirittura come docente di ruolo.
Quello che per la maggior parte dei docenti richiede anni di attesa e graduatorie, per lui è successo praticamente prima che potesse rendersene conto.
Indice
L'università online e quella telefonata
Dopo il diploma, Lorenzo si è iscritto anche all’università online di Computer Science. La scelta di seguire a distanza non è casuale: vuole poter studiare e lavorare insieme, senza pesare sulla famiglia, dato che "fare l’università da fuori sede sarebbe stato un impegno economico", racconta il giovane prof.
Durante la scorsa estate, però, ha anche presentato una semplice domanda di messa a disposizione per eventuali supplenze. La chiamata che gli ha cambiato la vita è arrivata a settembre, quando era a Parigi da un amico. A chiamarlo la segreteria del Manzetti, perché avevano bisogno di una sostituzione proprio in informatica.
Lorenzo ha accettato senza esitazione: "Mi hanno proposto la cattedra di teoria informatica e quella di matematica. Ho accettato la prima, non me la sarei sentita di insegnare matematica subito dopo il diploma".
Così, a due mesi dal diploma, entra in classe per la prima volta non più da studente.
Arriva il ruolo
Mentre lavorava come supplente, ha comunque continuato a portare avanti in parallelo l'università: "Sono in pari con gli esami. È faticoso, ma fattibile".
Un'ulteriore svolta è arrivata, poi, grazie agli altri insegnanti della scuola: "Del concorso non sapevo nemmeno l’esistenza. I colleghi me ne parlano, provo, e lo vinco… per pochissimi punti", racconta. Così, da settembre 2025, a soli 19 anni, diventa insegnante di ruolo all'Itpr di Aosta.
Oggi insegna laboratorio di scienze e tecnologie informatiche, lavorando in compresenza con i docenti di teoria, che lui non può ancora insegnare finché non avrà la laurea. Ma considera lo stesso questo periodo "una grande occasione per imparare dai colleghi più esperti".
Al tempo stesso, è consapevole di essere un caso raro e di suscitare sorpresa, a volte anche un po’ di fastidio, in chi aspetta il ruolo da anni. "Lo capisco. Io però sono umile, non mi vanto mica. Il concorso è una selezione oggettiva".
Il rapporto con studenti e colleghi
Lorenzo ha parlato con "La Stampa" anche del rapporto con i suoi studenti, quasi coetanei, definendolo un’emozione forte all’inizio, soprattutto con le prime classi. "In quarta i ragazzi avevano pochi mesi meno di me… ma ho trovato presto il modo di farmi rispettare". La sua ricetta è semplice ma efficace: regole chiare fin dal primo giorno.
Proprio l'età poteva rappresentare un problema, facendo pensare a una possibile inesperienza. Ma Lorenzo ha puntato su coerenza e serietà: "La simpatia viene dopo".
Con i colleghi, invece, si è creato in fretta un buon rapporto. Chi lo conosceva da studente ora lo tratta da pari. Certo, all'inizio, qualcuno lo guardava come "il ragazzino", ma ai Consigli di classe le cose sono cambiate: Lorenzo è apparso sin da subito preparato, puntuale, affidabile. "I miei ex prof mi hanno aiutato tantissimo", ammette.
L’amore per l’insegnamento
Il giovane insegnante di Aosta ha spiegato anche perché, tra tutti i percorsi possibili nell'informatica, ha scelto proprio la cattedra. Quello che gli piace dell’insegnamento è proprio il rapporto umano.
Per lui, i "classici lavori da informatico" sono spesso "impieghi alienanti". Si lavora da soli, davanti a un computer: "In classe parli, ascolti, capisci le persone", spiega.
Ed essendo stato studente "fino all’altro ieri", sente di comprendere meglio i suoi allievi. Per questo, cerca di essere "il più equilibrato possibile. Severo quando serve, leggero quando si può".
Sa benissimo che non può piacere a tutti, ma è onesto: "Se da studente avessi avuto un prof così giovane, mi sarebbe piaciuto".
Ora, oltre al suo lavoro, pensa anche al futuro: “Intanto mi laureo. Poi ci penserò”. Intanto, però, di una cosa è convinto: "Insegnare è il mestiere migliore che possa fare. È gratificante e mi lascia il giusto spazio per studiare".