
Intervistato da ‘Orizzontescuola’, il giovanissimo docente ha raccontato di sé e del suo percorso: “Mio padre era partito dal Marocco alla ricerca di una vita migliore. Ora fa l’operario, mia madre è pizzaiola. Io invece sono stato più fortunato cercando di ambire a un lavoro più prestigioso quale è l’insegnamento”.
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Docente di ruolo a 22 anni: "Sapevo di voler fare l’insegnante"
A soli 22 anni, Alaa è riuscito nell’impresa diventando docente di ruolo. Ma come è stato il suo percorso? Il mondo della scuola e dell’insegnamento lo affascinava già nel periodo degli studi, nonostante fosse un po’ scoraggiato dalla strada particolarmente ostica che spetta ai professori. Eppure, alla fine, la passione ha prevalso su tutto: “Prima di fare il concorso, ho lavorato per qualche mese come macchinista alle Ferrovie dello Stato, con uno stipendio molto più alto rispetto a quello da docente, con una differenza di almeno 500 euro al mese, ma appena vinto il concorso non c’ho pensato un attimo: sapevo di voler fare l’insegnante e se fai un lavoro che ti piace lo stipendio passa in secondo piano”.Alaa si dice soddisfatto della sua scelta, anche perché si trattava di un concorso difficile e lui risulta come il più giovane vincitore. “Ho studiato tanto per il concorso, da solo, a casa. Tante cose le avevo già studiate a scuola”.
Il rapporto con gli altri insegnanti e con gli studenti
Ora lo aspetta un anno di prova, la sua prima esperienza in aula. Come si trova come insegnante? “Mi sento molto portato”, dice Alaa a ‘Orizzontescuola’. “Sto lavorando bene anche grazie ai docenti più anziani che mi insegnano tante cose. Tanti sono ex docenti che avevo. Alcuni sono ancora precari. Un paradosso se penso alla mia storia”.Anche le interazioni con gli alunni sembrano procedere bene: “Con i ragazzi ho un bellissimo rapporto, forse anche per la giovane età. Cerco di essere vicino agli studenti ma col giusto distacco”. E non mancano i fraintendimenti: “Capita che qualcuno mi scambi per uno studente. A volte i collaboratori scolastici mi hanno detto di rientrare in classe, non pensando fossi un insegnante. Cerco di portare delle novità tramite anche l’utilizzo delle tecnologie, di sperimentare e rompere con il metodo tradizionale”.
Alaa Elalouani: "La mia è una storia di speranza"
Alaa, riferendosi alle sue origini, dice di essersi sempre sentito integrato e di non aver mai avuto problemi su questo punto. “Per quanto riguarda il lavoro invece c’è la tendenza a essere stereotipati. Fa strano che un figlio di immigrato faccia il medico o il professore. I miei sono tanto contenti per me”.A tal proposito, quando gli chiedono se secondo lui ci sono delle barriere, lui risponde che “in un concorso pubblico conta il voto che prendi e la barriera non esiste. Forse in un’azienda privata può succedere, ma a me non è mai successo”. Poi conclude: “La mia è una storia di speranza, a fronte di tanti lavoratori precari, paghe da fame, lavoro che manca”.