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istat neet competenze scolasticheE' un quadro in chiaroscuro quello dipinto dal rapporto Bes 'Il benessere equo e sostenibile in Italia' dell'Istat. L'indagine ha messo a fuoco le condizioni economiche delle famiglie italiane nell'era post-Covid, confrontandole con il 2019, cioè l'anno precedente la pandemia da Covid-19.
Dai risultati emergono diversi progressi, con oltre metà degli indicatori che sono tornati oltre i livelli del 2019, ma non mancano le criticità.

Mai così tante famiglie hanno visto peggiorare la loro disponibilità economica: più di 1 un italiano su 3 ha dichiarato un ridimensionamento delle proprie risorse economiche nel 2022. Non va meglio sul versante scolastico, dove l'Italia si attesta ancora molto al di sopra della media europea per i Neet – ragazze e ragazzi che non studiano e non lavorano. Inoltre, nel triennio abbiamo assistito a un impoverimento delle competenze scolastiche degli studenti della scuola secondaria di primo grado, con picchi di criticità registrati nel Mezzogiorno. Insomma, il benessere in Italia sembra tornare progressivamente al periodo pre-pandemico, in alcuni casi addirittura aumenta, ma non per tutti.

Bes 2022: in Italia i Neet sono il 19%

In generale, sul fronte del lavoro, il tasso di occupazione, pure in miglioramento, è inferiore di circa 10 punti percentuali rispetto a quello medio europeo con un divario ancora maggiore per le donne: la parità di genere resta lontana, con uno svantaggio netto per la popolazione femminile nel 39% degli indicatori, nonostante alcuni passi avanti. L'Italia risulta indietro anche in alcuni ambiti aggiornati al 2021, come il rischio di povertà per il 20,1% delle persone e la grande difficoltà di arrivare a fine mese per il 9,2%. Tra le buone notizie, e quindi parliamo di progressi rispetto al periodo pre-Covid, ci sono l'aumento della qualità dei servizi e lavoro e conciliazione dei tempi di vita: dove oltre il 72% degli indicatori migliora rispetto al 2019, in parte per effetto dello smart working.

Nel quadro complessivo pesano soprattutto i troppi ragazzi che non studiano e non lavorano, i Neet, che sono il 19% in Italia a fronte di una media UE dell'11,7%, e i pochi laureati. Diminuisce la differenza di genere rimanendo comunque più alta la quota di Neet tra le donne (20,5%) rispetto agli uomini (17,7%). Sono tutte del Mezzogiorno le regioni con i valori più elevati di Neet, e sette hanno valori superiori al 20% (Sicilia 32,4%, Campania 29,7%, Calabria 28,2%, Puglia 26,0%, Sardegna 21,4%, Molise 20,9%, Basilicata 20,6%).

Competenze scolastiche: 4 ragazzi su 10 delle scuole medie a rischio

Contemporaneamente, si è assistito ad un progressivo impoverimento delle competenze scolastiche dei giovanissimi. Nell’anno scolastico 2021/2022 - il primo di ritorno quasi alla 'normalità' per quanto riguarda lo svolgimento delle lezioni in presenza - le competenze dei ragazzi della classe terza della scuola secondaria di primo grado non sono ancora tornate ai livelli pre-pandemici. Circa il 38,6% degli studenti non dispone delle competenze alfabetiche minime, mentre addirittura il 43,6% non ha quelle numeriche. In sintesi, 4 ragazzi su 10 escono dalle scuole medie senza le competenze scolastiche per accedere al grado di scuola successivo: studentesse e studenti che figurano nel rapporto con la denominazione di low performer.

Le situazioni più critiche vengono registrate in alcune regioni del Mezzogiorno dove i valori evidenziano come più del 50% dei ragazzi e delle ragazze risultino insufficienti nelle competenze alfabetiche (in Calabria 51,0% e in Sicilia 51,3% ) e nelle competenze numeriche (in Calabria 62,2%, Sicilia 61,7%, Campania 58,2%, Sardegna 55,3% e Puglia 50,3%). Le disuguaglianze sono ampie anche per genere: tra i ragazzi la quota di low performer nelle competenze alfabetiche è del 43,4%, mentre tra le ragazze del 33,5%; viceversa nelle competenze numeriche le ragazze low performer sono il 45,8% contro il 41,6% dei ragazzi.