
L’autorità sanitaria territoriale ha stabilito che questi eventi sono in realtà tutti correlati da un unico scopo: provocare la chiusura delle scuole femminili.
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Studentesse avvelenate in Iran per impedire loro di andare a scuola
In poco più di tre mesi a Qom, una delle principali città sante iraniane, qualcuno ha avvelenato centinaia di alunne. Lo scopo di questo riprovevole piano era quello di determinare la chiusura delle scuole soprattutto di quelle femminili nel Paese.Secondo l’Irna, l’Agenzia di stampa della Repubblica Islamica, il 14 febbraio i genitori delle bambine si sono riuniti davanti al governatorato della città per "chiedere spiegazioni". In seguito alla protesta, è intervenuto il viceministro della Salute Youness Panahi, come riportato da ‘Ansa’, che ha parlato ai cittadini e ai genitori preoccupati e ha implicitamente confermato che "l'avvelenamento è stato intenzionale".
L'intelligence iraniano e il Ministero dell'istruzione hanno collaborato per trovare la fonte dell'avvelenamento, ha dichiarato il portavoce del governo Ali Bahadori Jahromi, al quale ha fatto seguito il viceministro Panahi affermando che durante le indagini "è emerso che alcuni individui volevano che tutte le scuole, soprattutto quelle femminili, fossero chiuse", ma non è chiaro se siano stati individuati o se ci saranno ulteriori accertamenti in merito.
L'avvelenamento, proseguono le fonti governative, sarebbe stato causato da "composti chimici disponibili non per uso militare, e non è né contagioso né trasmissibile", ha aggiunto il viceministro, senza però approfondire.