
Senza sicurezza, forse pentiti delle scelte fatte, ma pieni di voglia di lavorare. E' il ritratto degli studenti italiani che emerge dal rapporto annuale di AlmaDiploma sul profilo dei diplomati e sui loro sbocchi professionali e formativi. Secondo l'indagine, quasi la metà dei neodiplomati, se avesse la possibilità di tornare sui suoi passi, cambierebbe scuola o indirizzo. Un dato preoccupante, segno di un qualche malfunzionamento nel sistema di orientamento scolastico. La ricerca sarà presentata il 18 aprile a Bologna, insieme al nuovo test di orientamento per l'università di Almalaurea e Repubblica.it
"Raramente un ragazzo prende la decisione da solo - spiega il professore Andrea Cammelli, di AlmaDiploma - Influiscono molto nella scelta le pressioni dei genitori e dell'ambiente familiare in genere. Statisticamente, ad esempio, i 9 figli di genitori laureati su 10 scelgono il liceo. Assistiamo però ad una maturazione in itinere. Lo dimostra la quantità di diplomati provenienti dai professionali che scelgono l'università."

Ma i ragazzi compensano l'errore fatto a 14 anni dimostrando una grande voglia di lavorare. Già durante la scuola il 59% degli studenti ha avuto un qualche tipo di impiego, per lo più occasionale. E dopo il diploma, sono sempre di più i ragazzi che scelgono di lavorare comunque. A un anno dal conseguimento del titolo risultano occupati 44 diplomati su cento. E gli studenti che lavorano e studiano sono il 12%.
"Ma anche coniugare studio e lavoro non è facile, soprattutto a quell'eta - spiega Cammelli. Nel primo anno di università i nostri studenti acquisiscono solo il 50% dei Cfu necessari. E il motivo potrebbe essere proprio l'impegno lavorativo."
Cosa cercano i ragazzi nel mondo del lavoro? "Soprattutto la sicurezza economica - chiarisce - e, forse, la possibilità di diventare indipendenti dalla famiglia: infatti, sebbene il mercato chieda flessibilità e li inviti a divenire "imprenditori di se stessi", i nostri ragazzi cercano soprattutto stabilità del lavoro, e cercano soprattutto contratti a tempo indeterminato. Difficilmente, però, vedranno realizzato il loro desiderio.

Nel complesso, infatti, la forma contrattuale più diffusa tra i diplomati è l'apprendistato, che coinvolge il 37% di coloro che lavorano, ma che raggiunge il valore massimo tra gli occupati del professionale (46%) e del tecnico (39%), mentre scende considerevolmente, sempre per le motivazioni sopra descritte, tra i liceali (13%).
Anche il primo stipendio è sotto le aspettative: i diplomati che lavorano guadagnano in media 740 euro mensili netti. Una diminuzione del 4,6% rispetto ai dati dello scorso anno, ancora più preoccupante in termini reali, ovvero tenendo conto della svalutazione della moneta: le retribuzioni sono diminuite del 6,5% (ben del 14% tra i liceali; del 3% tra i tecnici), mentre tra i diplomati professionali si assiste a un lieve incremento anche se contenuto ( 2%).
A lavorare prima sono soprattutto i diplomati che vengono dagli istituti professionali, di cui circa il 60% ha un impiego appena conseguita la licenza superiore. Ultimi i liceali, di cui il 25% "occupato" è impiegato soprattutto in attività occasionali, saltuarie, che coniugano con l'impegno principale, quello universitario.