
Per gli occupanti del liceo classico Giulio Cesare di Roma è stato deciso il 5 in condotta e l’annullamento delle gite scolastiche. La scelta del Collegio dei docenti è arrivata anche a seguito di un altro episodio che ha scosso profondamente l'istituto: la comparsa dell'ormai famosa "lista stupri" nei bagni della scuola e di una seconda ondata di scritte con i nomi di due docenti e frasi offensive verso la preside.
I genitori, davanti a questa decisione della scuola, hanno mosso delle critiche, ritenendo troppo severe le pene. La preside, intanto, sul sito della scuola ha riportato le condizioni dell’istituto a seguito dell’occupazione, che hanno richiesto interventi straordinari di ripristino e pulizia.
Le misure adottate
Il Collegio dei docenti e la dirigente scolastica, Paola Senesi, hanno dunque deciso di usare il pugno di ferro. La sanzione più pesante è senza dubbio il 5 in condotta, che verrà assegnato a tutti gli studenti identificati durante l'occupazione.
Questa decisione potrebbe risultare ancora più pesante se il voto venisse confermato nel secondo periodo dell'anno, perché porterebbe alla bocciatura automatica.
Successivamente, si è riunito il Consiglio d'istituto, composto da insegnanti, professori e studenti, in cui è stata ascoltata la versione degli alunni sulla seconda “lista stupri”.
La dirigente scolastica e i docenti sono "arrivati al consiglio visibilmente provati e irritati, riferendo di una discussione particolarmente lunga e articolata, conclusasi con l'adozione di decisioni definite da loro stessi molto severe e assunte con difficoltà", hanno raccontato i rappresentanti dei genitori.
Oltre al voto in condotta, è anche scattato l'annullamento delle gite scolastiche e l'eliminazione dei crediti per l'attività Cwmun, il prestigioso forum internazionale che simula le Nazioni Unite, organizzato dall’Associazione Diplomatici.
La reazione dei genitori
Questa linea dura da parte della scuola ha suscitato però tensioni e divisioni con le famiglie degli studenti. I rappresentanti dei genitori hanno manifestato "chiare perplessità su alcune di queste misure, sia sotto il profilo giuridico-amministrativo sia sotto quello educativo".
Il punto critico riguarda l'equità delle punizioni: molti ragazzi non sono stati identificati perché indossavano il passamontagna, rischiando così di far ricadere la colpa solo su chi si è fatto vedere.
Secondo i genitori, questa scelta non colpisce necessariamente "i più direttamente responsabili, anche perché alcuni partecipanti hanno indossato passamontagna", e che quindi può "risultare non solo iniqua, ma anche potenzialmente foriera di numerosi ricorsi".
Inoltre, viene sollevato un problema tecnico: "Le procedure necessarie per l'attribuzione del 5 in condotta difficilmente potrebbero essere completate nei tempi ristretti precedenti gli scrutini di gennaio".
I danni alla scuola
Oltre al caos disciplinare, c'è il conto dei danni materiali. La preside ha descritto sul sito della scuola uno scenario desolante post-occupazione: “Nel corso dell’occupazione si sono inoltre verificati danni materiali agli ambienti e alle strutture scolastiche e l’istituto è stato lasciato in situazioni igieniche particolarmente gravi, tali da richiedere interventi straordinari di pulizia e ripristino, con ulteriore aggravio per la comunità scolastica”.
Ma a ferire di più sono state le parole. La dirigente ha condannato fermamente quanto comparso sui muri nelle scorse settimane: “Si condannano con decisione anche le scritte offensive, discriminatorie e minacciose comparse nei locali dell’istituto, rivolte alla dirigente e a due professoresse della scuola e tali da ledere profondamente la dignità individuale, il rispetto reciproco e i valori fondamentali della convivenza civile. Tali comportamenti non possono in alcun modo essere giustificati né ricondotti a forme legittime di espressione del dissenso”.
I percorsi alla legalità
Nonostante il clima di scontro, la scuola punta ora a ricostruire un senso di comunità partendo dai valori. Il Collegio e la preside hanno ribadito la “necessità di attivare azioni educative e formative per promuovere il rispetto reciproco, la responsabilità individuale e la prevenzione di comportamenti lesivi”.
L'obiettivo è trasformare questo momento di crisi in un'occasione di crescita, impegnandosi a "rafforzare i percorsi di educazione alla legalità, alla cittadinanza e al rispetto di genere”.