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gel banchi autoprodotti

È ormai quasi tutto pronto per la riapertura delle scuole, infatti è questione di ore prima che tutti gli studenti italiani possano nuovamente tornare tra i banchi per l’inizio del nuovo anno scolastico 2020/2021.

Tuttavia è innegabile che questo sarà un anno, o almeno un inizio anno, molto particolare a causa dell’emergenza sanitaria ancora in atto nel nostro Paese. Ma questa insolita situazione ha stimolato l’ingegno e la creatività di studenti e insegnanti da nord a sud Italia: scopriamo insieme gli esempi di eccellenza nei nostri istituti.

Una scuola in Trentino si produce il gel da sola

In Trentino Alto Adige l’anno scolastico è ufficialmente iniziato, infatti la prima scuola d’Italia a riaprire le sue porte ha già accolto i propri studenti all’interno dell’istituto. Oltre ad avere il “record” come prima scuola aperta in Italia post-Covid, nell’istituto altoatesino ci sono anche importanti novità, come la produzione autonoma del gel disinfettante per mani. Tutto è partito dal prof Raffaele Fiorini, titolare del laboratorio di Microbiologia e referente Covid, che ha messo a punto il gel disinfettante usato dall’intero istituto e dalle scuole limitrofe: “Appena iniziata l’emergenza — spiega — ci siamo procurati la formula omologata dall’Organizzazione mondiale della Sanità e abbiamo preparato il nostro disinfettante, su richiesta anche di altre scuole. - ma non finisce qui, e continua - Facciamo pure i tamponi per misurare, attraverso appositi terreni di coltura, la carica batterica presente sulle superfici”. Ovviamente non per la contaminazione da Sars-CoV-2, ma comunque un’idea per rendere gli esperimenti in laboratorio più interessanti.

La scuola a Napoli che si costruisce i banchi

E se in Alto Adige è iniziata la produzione del gel homemade, o meglio schoolmade, nel napoletano, invece di aspettare la distribuzione dei banchi singoli che possano garantire il distanziamento, gli studenti e i docenti sono diventati artigiani all’interno di un percorso di scuola-lavoro. “In tutta la scuola, con i suoi 1350 iscritti, avevo solo 50 banchi monoposto. Dunque ne ho chiesti 600 al commissario Arcuri. Ma sarebbero comunque pochi. E allora, anche perché non è giusto mandare al macero materiali ancora in buone condizioni, ci siamo detti: seghiamo i banchi e trasformiamoli. - Queste sono state le parole della preside della scuola, Mira Casillo a La Repubblica, che ha poi continuato spiegando - Un fabbro, per soli 11 euro a banco, ha ridotto e adattato la parte in ferro. I nostri ragazzi ( si alternano in 4 ogni giorno nel laboratorio) hanno segato la parte in legno, il banco e il sottobanco, l’hanno piallata e rifinita. Ed ecco i banchi a norma, adatti al distanziamento imposto dal Covid”. Insomma, un inizio anno all'insegna del risparmio e del riciclo, oltre che del lavoro manuale.