
Un chiaro tentativo di suicidio quello verificatosi in un istituto tecnico romano in zona Marconi, durante la ricreazione. Protagonista un giovane rumeno di 16 anni vittima di scherno, ma soprattutto dell’atteggiamento intransigente del padre che non voleva accettare l'omosessualità del suo giovane figlio.
L’esasperazione e la disperazione hanno spinto giù dal terzo piano della scuola questo ragazzo il cui volo è stato attutito dal tetto di un’auto parcheggiata nel cortile. Il 16enne è stato prontamente soccorso e trasportato dal 118 all'ospedale San Camillo e la diagnosi dei sanitari è stata miracolosamente frattura di entrambe le caviglie.Il CORDOGLIO DI TUTTA LA CAPITALE - Il tragico gesto era stato preannunciato dal giovane con un messaggio su Facebook diretto alla mamma perché lo perdonasse per quanto stava per compiere. Professori e amici sono stati interrogati dagli agenti del Commissariato intervenuti sul posto. Il Ministro dell’Istruzione si tiene informata, mentre il sindaco Alemanno si è recato in visita al giovane in ospedale invitandolo al Campidoglio appena sarà guarito, per confortarlo e fargli sentire la vicinanza e l’affetto di tutta la capitale. Ignazio Marino, candidato sindaco del centro sinistra, ha affidato a Twitter il proprio messaggio di caloroso affetto al giovane affinché non ci siano più vittime di tale tipo di discriminazioni.
L’EPILOGO DI UN MALESSERE INCOMPRESO - Insomma, si tratterebbe dell'epilogo di un lungo malessere psicologico covato da un adolescente sensibile e intelligente che ha subito, più che lo scherno e la derisione frutto della discriminazione di persone insensibili e ottuse, in particolar modo la chiusura del padre con cui aveva difficoltà anche solo a parlare della sua situazione. Il sedicenne ha provato a chiedere aiuto sia con il messaggio postato su Facebook che con le lacrime versate poco prima di lanciarsi nel vuoto a scuola come ha riferito una sua compagna. Gli altri studenti e i professori sono increduli e sgomenti per l’episodio e lo descrivono tutti come un ragazzo intelligente e riservato, integrato in classe anche se arrivato da appena un anno in quella scuola dove il Preside sottolinea che non si sono mai verificati episodi di bullismo e di razzismo. Un solo docente parla di problemi familiari che l’adolescente gli avrebbe confessato anche perché dopo la separazione dei genitori aveva vissuto un po’ con la madre e un po’ con il padre.
L’ACCETAZIONE DEI DEBOLI - Ora al dolore fisico per la frattura alle gambe si unisce anche il pentimento per il suo gesto disperato. Il fisico guarirà presto anche perché è molto giovane, ma le ferite psicologiche sono più difficili a cicatrizzarsi sia per l’età difficile che sta vivendo l’adolescente, sia perché in una società come la nostra tanti tabù e discriminazioni verso i diversi per razza, sesso e religione sono duri a morire. Basta considerare che la stessa politica, nonostante il ripetersi di tragici gesti come questo e dei crimini causati dagli omofobi, continua a non affrontare in modo serio e impegnativo il problema con leggi contro l’omofobia che consentano a tutti di essere educati anche alla diversità e quindi di accettarla. E questo nonostante il Gay Center denunci che da una ricerca condotta sull’argomento risulta che uno studente su due, tra quelli gay, dichiara di essere vittima di vessazioni.
SALVAGUARDARE I GIOVANI- Sull’episodio si è pronunciato anche il garante sulla Privacy rivolgendo un appello, soprattutto ai mezzi di comunicazione, affinché sia tutelata la privacy e la salvaguardia della dignità del giovane minorenne che comunque sono più importanti del legittimo diritto di cronaca.
Margherita Paolini