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di Margherita Paolini
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studentessa si lancia dalla finestra della scuola per evitare interrogazione

A volte un’interrogazione può spaventare più di un salto dal secondo piano della scuola. Così nella mattina di ieri una studentessa di tredici anni di una scuola media di Vigevano, in provincia di Pavia, ha tentato di saltare l’interrogazione programmata calandosi da una finestra della scuola. La ragazza se l’è cavata con una slogatura alla caviglia, ma ha rischiato conseguenze ben più gravi.

FUGGO DALL’INTERROGAZIONE

- A quanto pare la studentessa era stata accompagnata a scuola dalla mamma che non l’aveva spalleggiata nella sua intenzione di bypassare quell’interrogazione che evidentemente proprio non poteva sostenere. A corto di scuse, la giovane ha tentato l’impossibile. Una fuga, ma non dal portone principale della scuola, bensì dalla finestra del secondo piano. Così si è appesa al cornicione dell’edificio per poi saltare su un muretto di circa 3 metri: da lì il piano prevedeva un balzo finale. Ma la scarsa forza nelle braccia l’hanno tradita facendola precipitare a terra con un volo di circa sei metri che miracolosamente è costato alla giovane solo una slogatura alla caviglia.

UN PIANO ECCESSIVO

- Che la giovane abbia esagerato è evidente. Infatti, inizialmente si era addirittura creduto che volesse suicidarsi. Dimessa abbastanza velocemente dall’ospedale dove era stata soccorsa, la studentessa non ha riportato nessun grave danno. Ma la sua è stata fortuna. Quella che appare una non troppo comune “bravata” infatti poteva trasformarsi in tragedia.

COME SALTARE L'INTERROGAZIONE: LE SCUSE PIÙ ASSURDE

- Gli studenti sono capaci di elaborare qualsiasi stratagemma pur di evitare le domande severe della prof di turno. L’interrogazione per molti rappresenta un vero e proprio spettro, anche quando programmata. Così, nel caso in cui, le febbri dell’ultimo momento non riescano a convincere i genitori (preriscaldare il termometro a volte non funziona affatto), si ricorre alle scuse da rifilare al prof. “Non ho potuto studiare perché mi è morto il cane, il gatto, il pesce rosso”: in questo caso si tenta di far leva sulla compassione e l’emotività dell’insegnante. Ma c’è anche chi non ha timore di improvvisare un’emorragia dal naso (colorando fazzoletti) o di fasciarsi la mano destra nell’eventualità di un compito in classe, o di simulare una tremenda colica nel bagno della scuola. Non mancano neanche gli astuti che individuano dei nascondigli dell’ultimo minuto e come bravi prestigiatori scompaiono nel vuoto proprio nel momento in cui l’insegnante li chiama in cattedra: dal bagno dei bidelli, al ripostiglio della palestra, senza evitare neanche lo spazio angusto di un armadietto in classe. Infine c’è sempre l’entrata posticipata a causa di un’improbabile fila per le analisi del sangue, o un furto di zaino a pochi passi dalla scuola, un tamponamento, un ingorgo impossibile, un posto di blocco.

E tu che scusa hai inventato per saltare l’interrogazione? Saresti mai saltato giù dalla finestra del bagno?

Margherita Paolini

Data pubblicazione 25 Febbraio 2014, Ore 18:12
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