
Il Ministro Giuseppe Valditara è finito al centro delle polemiche dopo aver nominato suor Monia Alfieri, Paola Zerman e Paola Concia garanti del progetto 'Educazione alle relazioni', l'iniziativa con cui il MIM intende entrare nelle scuole per parlare di affettività e violenza di genere ai giovani.
La triade designata non è affatto piaciuta ai colleghi della maggioranza, per via della sua composizione, e addirittura secondo quanto si apprende da 'Il Fatto Quotidiano' tra le fila della Lega qualcuno avrebbe chiesto la 'testa' del Ministro dell'Istruzione e del Merito.
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La retromarcia e il comunicato: il punto di vista del Ministro Valditara
In precedenza fu Alessandro Amadori, poi uscito di scena per via delle polemiche legate alle teorie espresse nel suo libro. Dopodiché il Ministro Valditara aveva deciso nelle scorse ore di assegnare il compito della gestione del progetto a suor Monia Alfieri, a Paola Zerman - ex candidata con Mario Adinolfi, oggi giornalista e avvocato - e all’ex deputata del Partito Democratico Paola Concia. La bocciatura dei colleghi della maggioranza – in particolare di Fratelli d'Italia -non ha tardato ad arrivare e, per evitare contrasti interni alla maggioranza, il Ministro ha dovuto fare retromarcia.
Il numero uno di viale Trastevere ha spiegato la vicenda in una nota: "Dal momento che la scuola italiana ha bisogno di serenità e non di polemiche ho deciso di non attivare l’incarico di garanti del progetto ‘Educazione alle relazioni’ a suor Monia Alfieri, Paola Concia e Paola Zerman. Rinnovo loro i ringraziamenti per la disponibilità e la generosità dimostrate”. Il progetto andrà avanti senza garanti, fa sapere il Ministro che aggiunge ”nel suo svolgimento concreto si continuerà il dialogo con le associazioni rappresentative dei genitori, dei docenti e degli studenti”. Poi il Ministro ha fornito una spiegazione circa la scelta criticata dai colleghi del centrodestra, asserendo che la sua intenzione fosse quella di garantire una certa ”diversità culturale”. E quindi un ”messaggio forte per significare che nel contrasto alla violenza contro le donne dobbiamo essere tutti uniti, partendo da iniziative concrete, di buon senso, non estremiste, né tanto meno ideologiche. Era un tentativo di unire mondi molto distanti fra loro per un fine socialmente importante”.
Le reazione di Paola Concia e suor Monia Alfieri
A pesare sul ripensamento è stato soprattutto il background di provenienza di Paola Concia. Attivista per i diritti civili, in particolare a sostegno della causa LGBTQ+, ed ex parlamentare del Partito Democratico, Paola Concia ha fatto parte anche del comitato organizzatore della fiera DIDACTA promossa dal MIM. Da sempre la sua attività politica e civile ruota intorno alle tematiche come la violenza di genere: non a caso è tra le fondatrici del progetto 'Emily' che dal 1998 sostiene l'impegno in politica delle donne.Non è la prima volta che l'attivista finisce nell'occhio del ciclone, proprio per questo ha rivelato di comprendere il dietrofront del Ministro del MIM, ringraziandolo pubblicamente: ”Dopo due giorni di polemiche da ambienti massimalisti della destra e della sinistra è per me evidente che non esistono le condizioni per svolgere il lavoro equilibrato e dialogante che mi ero proposta insieme alle altre due garanti del progetto ‘Educazione alle relazioni’”.
L'esponente dem ha poi aggiunto: ”Resto convinta che solo il confronto tra matrici culturali differenti possa produrre linee guida efficaci e non divisive sul tema del rispetto della libertà delle donne”. Le fa eco suor Monia Alfieri: “A mio avviso quando c’è una buona idea bisogna portarla avanti, pur tuttavia registro la decisione del ministro Valditara e ne prendo atto augurandogli buon lavoro“ ha spiegato la religiosa che il Ministro Valditara aveva inserito nell'organico che avrebbe dovuto fare da garante del progetto. Suor Monia Alfieri ha auspicato una maggiore collaborazione tra tutte le forze politiche, chiedendo alle destre di garantire la libertà di scelta educativa delle famiglie, ”con la stessa passione e determinazione” con cui si sono opposte alle nomine.