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biciUn insegnante pendolare percorre quasi 40 km ogni giorno per andare al lavoro. E' la storia di Enrico Pegone, insegnante del Liceo Bodoni di Saluzzo che dal 2005, come riportato da 'La Stampa' ha scelto la bicicletta come mezzo quotidiano per coprire gli oltre 18 chilometri che separano la sua abitazione dalla scuola.


L'insegnate si è fatto così promotore di un stile di vita attivo volto ad una riduzione dell’impronta di carbonio.

Ben 36 km tra andata e ritorno

Con un percorso totale di 36 chilometri giornalieri, tra andata e ritorno, l'insegnante di lingua e letteratura italiana non solo manifesta una dedizione immensa verso la sua professione, ma anche una consapevolezza ambientale che va ben oltre l’ordinario.
La sua scelta quotidiana diventa così un monito tangibile per la comunità scolastica sulla lotta al cambiamento climatico, dimostrando come piccoli gesti possano fare una grande differenza.

L’esempio da seguire

Pegone, condividendo con gli studenti la ricchezza della cultura italiana, sottolinea anche l’importanza di adottare abitudini sostenibili. La sua filosofia è semplice ma profonda: “Chiunque può andare in bicicletta con un po’ di allenamento e un po’ di pazienza”, confida a 'La Stampa', ribadendo che anche con condizioni meteo avverse, il suo impegno rimane saldo, salvo rare eccezioni invernali.

Un esempio per colleghi e studenti

“Ogni anno dodicimila km”: queste parole non sono solo una statistica, ma rappresentano una testimonianza del continuo impegno di Pegone verso un approccio più eco-sostenibile. Questa pratica quotidiana è una fonte di ispirazione per colleghi e studenti, dimostrando che con piccoli passi, o meglio pedalate, è possibile contribuire significativamente al benessere del pianeta.

Un insegnamento per tutti

Nonostante le critiche ricevute, l’insegnante persiste nel suo stile di vita eco-compatibile, sottolineando come la cultura del pendolarismo su due ruote sia ancora lontana dall’essere normalizzata nel nostro contesto quotidiano. La sua esperienza, condivisa apertamente, non solo porta una ventata di freschezza nel dibattito sulla mobilità sostenibile, ma invita a una riflessione più ampia sul nostro ruolo individuale nel prendersi cura del nostro pianeta. Un insegnamento che va ben oltre le mura scolastiche, proponendo una visione sostenibile e attiva del nostro rapporto con l’ambiente e la comunità.