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didattica digitale intervista espertoLa tecnologia è ormai diventata indispensabile praticamente in ogni tipo di attività. Ma non a scuola, perlomeno in Italia. Nelle nostre classi, infatti, la svolta digitale fa ancora molta fatica ad affermarsi, nonostante si tratti di uno degli ambienti più importanti dal punto di vista strategico.


Lo ha recentemente evidenziato una ricerca condotta da Skuola.net, in collaborazione con Lenovo, su 2.500 studenti di età compresa tra i 16 e i 24 anni. Solamente 1 alunno su 5, infatti, dice di essere abituato all’uso dei device digitali da parte dei propri docenti; cosicché l’utilizzo che ne fanno è prevalentemente “casalingo”, per lo studio individuale. La conseguenza è che, dopo l’esperienza della pandemia, durante la quale ha contribuito alla continuità nella didattica, la tecnologia oggi sembra essere stata dimenticata dai nostri istituti.

Solo all’università, laddove sono direttamente gli studenti a impostare il proprio metodo di studio e le modalità di apprendimento risultano più articolate, le cose migliorano: qui oltre 9 su 10 studiano quotidianamente aiutandosi con le risorse digitali.

Le ragioni di questa distanza tra i due universi dell’apprendimento sono diverse. Una fra tutte, il diverso approccio da parte degli insegnanti. Ma la lista è lunga e articolata. Per individuarle, ma soprattutto per capire in che direzione muoversi per dare un’accelerata al cambiamento, Skuola.net ha anche raccolto il parere di Riccardo Tavola, Education Manager di Lenovo in Italia, con cui ha tracciato un bilancio della situazione e provato a intravedere cosa ci attende all’orizzonte.

  • Il mondo dell’istruzione sembra diviso in due: alle superiori la tecnologia è usata soprattutto nello studio individuale ed è quasi bandita dalle attività in classe. All'università invece è integrata anche nell'attività didattica in aula e nella produzione di contenuti. Come spiega questa differenza?
  • “I risultati della ricerca confermano come all’università ci sia maggiore libertà nella scelta del metodo, gli studenti hanno la responsabilità di adottare i dispositivi che ritengono migliori e più efficaci. Mentre a scuola c’è un controllo maggiore del metodo e il digitale, che è forse il meno conosciuto tra gli strumenti a disposizione della didattica, soprattutto perché continua ad evolversi e migliorarsi, risulta essere il meno utilizzato”.

  • Sembra che alle scuole superiori una parte della resistenza verso i device digitali derivi proprio dai docenti. Anche gli insegnanti, a suo parere, andrebbero formati all'uso della tecnologia a scuola?
  • “Per innovare nella scuola è fondamentale partire dalle esigenze dei docenti e sviluppare, in funzione delle sfide che devono affrontare, le soluzioni didattiche che li possano aiutare a ispirare e potenziare le abilità degli studenti. Investire nella formazione dei docenti e nell’aggiornamento delle competenze è sempre più strategico, i docenti si muovono in un ambiente in continua evoluzione, dove gli studenti, ed è un dato che emerge bene dalla ricerca, sono i primi utilizzatori delle tecnologie. È importante che la didattica segua questa evoluzione, per questo siamo convinti che le scuole che investiranno nella formazione degli insegnanti e nello sviluppo tecnologico saranno quelle che avranno più successo con gli studenti. Per questo abbiamo sviluppato una piattaforma digitale - Lenovo LanSchool - che incentiva la collaborazione in classe, per una didattica sempre più coinvolgente e personalizzata. È una soluzione costruita dai docenti per i docenti”.

  • Perché gli studenti - soprattutto a scuola - si affidano ancora in massa al metodo di studio "carta e penna"? Sembra un paradosso, considerando che si tratta di una generazione che con uno smartphone in mano fa praticamente tutto...
  • “Ciò accade per i motivi di cui abbiamo parlato. Il digitale è uno degli strumenti a disposizione della didattica, che però nella scuola è ancora in fase di integrazione. Dalla ricerca, ma anche dagli incontri che abbiamo con gli studenti nelle varie iniziative che facciamo nelle scuole d’Italia, emerge come non sia una loro scelta, piuttosto una regola da seguire. C’è poi un tema di educazione all’uso del digitale, perché non basta saper utilizzare lo smartphone per poter integrare il digitale nel metodo di studio. Il messaggio che promuoviamo insieme ai nostri partner e alle istituzioni è di adottare soluzioni tecnologiche ideate principalmente per la didattica. Il percorso di transizione al digitale nella scuola, passa primariamente dalla scelta del dispositivo e della soluzione corretta, funzionale alle esigenze di docenti e studenti”.

  • Chi usa i device digitali per prendere appunti lo fa perché dice che, così facendo, velocizza il processo e ottiene contenuti più organizzati. Possiamo dare qualche consiglio in questo agli studenti ancora legati ai metodi analogici?
  • “È importante che ogni studente scelga lo strumento migliore per potenziare le sue abilità. Come Lenovo, ci impegniamo affinché l’esperienza con il digitale sia sempre più personalizzabile, semplice, intuitiva e accessibile da tutti. In questo i software e i servizi di intelligenza artificiale hanno reso la tecnologia molto più immediata e sicura. Di certo il digitale li aiuta nello sviluppo di quelle che vengono definite soft skill, come il lavoro in team, il problem solving, tutte competenze ricercate dal mondo del lavoro”.

  • Molti esperti sostengono che l'approccio "carta e penna" nello studio sia comunque funzionale ai processi di apprendimento: ciò che si scrive a mano su carta e penna si imprime nel cervello. Ci sono oggi device che possono permettere, in maniera efficace, di non disperdere questo potenziale?
  • “Come abbiamo detto più volte, il digitale deve essere uno degli strumenti a disposizione della didattica. Non l’unico. Per noi è importante che insegnanti e docenti abbiano la migliore scelta disponibile per la scuola. Per questo abbiamo introdotto una serie di dispositivi smart, come Lenovo Smart Paper, che utilizza la tecnologia e-ink, per dare la possibilità a studenti e professionisti che prendono appunti a mano un’alternativa tecnologicamente all’avanguardia, che offre la sensazione della penna su carta, nonché una serie di funzionalità aggiuntive, come la registrazione dell’audio ambientale, la possibilità di trasformare appunti scritti a mano in fogli di testo, archiviare, organizzare, condividere e memorizzare migliaia di note digitali. Una rivoluzione per i nostri studenti, soprattutto quelli che percorrono diversi chilometri per andare a scuola, o quelli nelle zone più remote che non sempre riescono ad essere in presenza a lezione”.

  • In quanto azienda leader di settore, state mettendo in campo iniziative volte alla realizzazione definitiva della svolta tecnologica anche in ambito scolastico?
  • “Come Lenovo, ci impegniamo affinché la scuola sia sempre più accessibile e l’esperienza educativa sia qualitativamente migliore sia per gli studenti che per gli insegnanti. Affinché questo si realizzi, lavoriamo insieme ai nostri partner certificati, al fianco delle scuole italiane, accompagnandole nel processo di digitalizzazione della didattica, offrendo soluzioni di apprendimento personalizzate e immersive, che promuovano l’inclusione e favoriscano lo sviluppo delle competenze digitali, nel rispetto dei requisiti di progetto previsti dal piano di investimenti di Scuola 4.0, che fa parte del Piano nazionale di ripresa e resilienza, e del Piano Nazionale Scuola Digitale, a cui stiamo collaborando attivamente per la stesura delle nuove linee guida. Una grande opportunità per motivare le scuole a investire in tecnologia e a realizzarne il pieno potenziale nella didattica”.